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Cattivissimo me

Pubblicato il 15 ottobre 2010 da Mario Bove


Cattivissimo me

Immaginate d’essere cattivi, ma così cattivi da gioire sadicamente nel vedere un bimbo a cui cade il cono gelato. Immaginate di aver votato la vostra vita al crimine, anche se però non vi riesce così bene come vorrebbe vostra madre (anch’essa armata di pochi buoni sentimenti). Immaginate di avere un portentoso intelletto e di essere uno straordinario inventore capace di costruire armi letali e stravaganti mezzi di locomozione dall’elevata capacità inquinante. Che cosa succederebbe alla vostra vita se vi trovaste costretti a diventare un affettuoso padre adottivo di tre orfanelle pur di sopraffare il nuovo bad guy della città? E’ questa la storia in cui si trova catapultato Guy, spregevole "scienziato pazzo" cresciuto con una madre priva di affetto, agli occhi della quale cerca di sembrare perfido abbastanza da compiacerla. Le tre bambine metteranno in crisi il suo mondo fatto di solitudine ed invenzioni strampalate assemblate dai fedelissimi Minions, un popolo di buffi nanetti gialli in tuta da lavoro, dal fare nevrotico e simili a piccole lampadine.

La pellicola di animazione distribuita da Universal Pictures punta su una storia ricca di buoni sentimenti, sketch comici paradossali di sicura presa su un pubblico di ragazzi ma capace nel contempo di far ridere di gusto i genitori in sala con alcuni particolari come il richiamo alla crisi economica o all’ecologia. La trama si sviluppa in maniera lineare con alcune digressioni temporali che svelano i momenti cruciali del triste passato di Gru, attraverso una carrellata di eventi in cui puntualmente l’entusiasmo del bambino si scontra contro l’indifferenza di una madre anaffettiva. La parabola porta a svelare, in maniera anche abbastanza prevedibile, il cuore nascosto dei sentimenti del protagonista, sopiti e nascosti sotto una spessa scorza di disillusione. Gru è un cattivo "socratico", in cui il male emerge come ignoranza del bene e reazione ad un mondo dal quale ci si sente non accettati. E’ una cattiveria che nasconde un filo di bontà espressa ad esempio nel rapporto con i Minions che lo scienziato conosce personalmente uno ad uno. La riscoperta dei valori della famiglia, anche non tradizionalmente formata da madre, padre e figli, è sicuramente il filone più evidente lungo cui il film annoda la sua trama.
La tecnica di animazione non insegue il realismo spinto dei particolari, uno standard imposto da titoli come Shrek o Wall-E, ma resta nell’ambito del disegno tondeggiante con personaggi tendenzialmente buffi, formati da figure geometriche assemblate.
Quanto ai registi, il duo Renaud-Coffin sembra molto promettente. Il primo ha già alle spalle diversi lavori come story artist in L’era glaciale 2 e 3, Ortone e il mondo dei Chi. Con la co-direzione di un corto dal titolo No Time For Nuts è arrivato alla candidatura al premio Oscar. Coffin invece viene dalla rinomata scuola francese d’animazione Gobelins ed ha lavorato allo studio d’animazione di Spielberg Amblimation. Nel 2009, la serie tv Pat e Stanley ha ricevuto il premio speciale al Festival d’animazione di Annecy.


CAST & CREDITS

(Desplicable Me); Regia: Chris Renaud, Pierre Coffin; Soggetto: Sergio Pablos; Sceneggiatura: Cinco Paul, Ken Daurio; Montaggio: Pamela Ziegenhagen-Shefland, Gregory Perler; Musica: Pharrell Williams, Heitor Pereira; Interpreti (voci edizione americana): Steve Carell, Jason Segel, Miranda Cosgrove, Dana Gaier, Elsie Fisher, Russell Brand; Prodotto: Chris Meledandri, Janet Healy, John Cohen; Produzione: Illumination Entertainment; Distribuzione: Universal Pictures International; Origine: Usa, 2010; Durata: 95’


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