Centro Històrico

La città di Guimarães, che ha dato i natali al primo re del Portogallo, è decisamente la più gettonata di questo settimo Festival del cinema di Roma, con ben tre film “a episodi” che ne raccontano le storie, le tradizioni e gli abitanti. E nel caso di Centro Històrico - presentato nell’ambito della neonata sezione Cinema XXI secolo – dietro alla macchina da presa ci sono dei grandi nomi a raccontare la loro personale visione della cittadina portoghese. Questo film collettivo vanta infatti la firma di Aki Kaurismäki sull’episodio di apertura, O tasqueiro, e quella del più che centenario Manoel de Oliveira su quello di chiusura: O conquistador conquistado.
Kaurismäki, in piena conformità con la sua poetica, affresca un ritratto umano tra il malinconico e l’ironico, lieve ed al contempo partecipe, mettendo in scena la giornata di un oste alle prese con la scarsa affluenza di clienti nel suo locale e con la sua personale solitudine. Tutto appena accennato, senza bisogno di una sola riga di dialogo. Di gran lunga l’episodio più riuscito del quartetto di mediometraggi, storia privata ma di portata universale, facilmente astraibile dal contesto di Guimarães e immaginabile in una qualsiasi via poco trafficata di qualche paesino europeo; anche se il regista finlandese ha un legame intenso con questi luoghi, dato che ha da tempo stabilito la sua residenza proprio nei pressi della cittadina portoghese “coprotagonista” del suo mediometraggio.
Ad avere vocazione universale è anche il secondo episodio, Lamento de vida jovem di Pedro Costa, che pur concentrandosi sulla vicenda di un personaggio propriamente portoghese – è un reduce della resistenza contro la dittatura di Salazar – è anch’esso un ritratto umano che trascende le contingenze della vita di Ventura, il protagonista. O meglio, quella che supponiamo essere la storia della sua vita, che trapela appena – e confusionariamente – da un lungo dialogo che Ventura ha con delle voci durante un tragitto in ascensore (di un ospedale psichiatrico probabilmente?).
Strettamente legati alla memoria storica di Guimarães sono invece gli ultimi due episodi: Vidros Partidos di Victor Erice e il già citato Conquistador conquistado di de Oliveira. Il primo è un’accorata (e marxista) carrellata nei ricordi di alcuni ex operai del Conde da Vizela: quella che fu una delle più grandi industrie tessili d’Europa, oggi chiusa. Il maestro portoghese realizza invece un breve divertissement sulla “condizione” del re portoghese Alfonso Enriques, un tempo conquistatore ed oggi “vittima” delle orde di turisti che ne immortalano la statua con le loro macchine fotografiche.
Ma su tutti si stagliano Kaurismaki ed il suo oste triste, che in una manciata di minuti riescono a far percepire l’intensità di una vita intera.
(Centro Històrico) Regia: Aki Kaurismäki, Pedro Costa, Victor Erice, Monoel de Oliveira; produzione: Rodrigo Areias, Sputnik Oy (O Tasqueiro), Optec(Lamento da vida jovem), Nautilus Films (Vidros partidos), AA Produções (O conquistador, conquistado); origine: Portogallo; durata: 90’.
