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Changeling

Pubblicato il 14 novembre 2008 da Salvatore Salviano Miceli


Changeling

Basato su un fatto di cronaca realmente accaduto che mandò in tilt il sistema legale californiano negli anni trenta, The Exchange riporta Clint Eastwood in competizione sulla croisette. Nel 1928 Christine Collins viene convocata urgentemente al lavoro. Al ritorno a casa suo figlio, un bambino di 8 anni, è scomparso. Inizia così una lunga ricerca che pare risolversi felicemente dopo tre mesi. Sarà, al contrario, il principio di un nuovo, ed ancora più angosciante, incubo.
Angelina Jolie presta il volto alla protagonista femminile e lascia senza fiato per l’eleganza e l’intensità della sua interpretazione. Senza mai lanciarsi in patetiche esasperazioni restituisce il dolore lacerante di una madre privata del figlio, costretta a lottare contro le menzogne di un sistema, quello giuridico americano, disposto a tutto pur di avere un decoroso ritorno pubblicitario. La affianca nella lotta contro l’istituzione il sempre versatile John Malkovich nei panni del Reverendo Gustav Briegleb. Ma è superfluo dire che la regina incontrastata dello schermo è la diva americana. _ Il grande vecchio Esatwood disegna, con il prezioso aiuto del fidato Tom Stern (suo direttore della fotografia di vecchia data), l’America a cavallo degli anni trenta. Ci riesce con la sua consueta attenzione ai particolari ed alla resa fotografica di ogni singola ripresa, mai frammento isolato piuttosto parte di quell’unicum che è l’intero film. Ci riesce grazie anche ad un tema musicale, da lui stesso composto ( e non è certo la prima volta) che diviene partitura mai troppo invadente dei momenti più empatici e coinvolgenti. Il soggetto, di suo già particolarmente drammatico, non offusca ne soffoca per un attimo la reale bellezza della pellicola, da ricercare in primo luogo nella regia di Eastwood.
Difficile individuare un autore contemporaneo in grado di essere così immune dal rischio di lasciarsi fagocitare da una sceneggiatura così perentoriamente lacrimevole, etimologicamente patetica, imponendo al contrario la sua poetica alla pellicola tutta. In una costruzione cinematografica assolutamente rigida, Eastwood riesce nell’impresa di rendere sinuosa la totalità dei movimenti della sua macchina da presa, perfetti per lo scopo da ottenere ma lontani da qualsiasi pedanteria.
Si diceva, nelle dichiarazioni di vigilia della proiezione, che The Exchange sarebbe stato un film più intimo. Affermazione non troppo comprensibile. Viene, infatti, da chiedersi quale lavoro di questo grande regista non abbia, per complessità dello sguardo e della resa sullo schermo, proprio nell’intimità il suo maggiore segreto e punto di forza. Basti pensare, volendosi concentrare solo sugli ultimi anni, al progetto Flags of our Fathers / Letters from Iwo Jima (proprio il secondo capitolo, più riflessivo e personale, è quello meglio riuscito) o a Million Dollar Baby, vissuto anche come straordinario interprete, per concludere con quella lezione di regia, secondo noi, che resta Mistyc River.
Così, sui titoli di coda, la sala si è lasciata andare ad un applauso di stima e di apprezzamento sincero per il film, che nascondeva però anche un profondo sentimento di affetto e di gratitudine per un autore che non cessa di regalarci dell’ottimo cinema.


CAST & CREDITS

(The Exchange); Regia: Clint Eastwood; sceneggiatura: J. Michael Straczynski; fotografia: Tom Stern; montaggio: Joel Cox, Gary Roach; musica: Clint Eastwood; interpreti: Angelina Jolie (Christine Collins), John Malkovich (Reverendo Gustav Briegleb), Jeffrey Donovan (Commissario J.J. Jones), Michael Kelly (Detective Lester Ybarra), Colm Feore (Capo della polizia James E. Davis); produzione: Universal Pictures, Imagine Entertainment, Malpaso Productions; distribuzione: Universal Pictures; origine: USA 2007; durata: 141’


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