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Charlie Bartlett

Pubblicato il 25 novembre 2007 da Luca Lardieri


Charlie Bartlett

Assumere il punto di vista del personaggio principale di una commedia giovane e pungente come Charlie Bartlet è fondamentale per entrare all’interno di un mondo adolescenziale che annoiato, trascurato ed insicuro, finisce per scippare ed imitare il comportamento di alcuni adulti medio/borghesi dell’america (ma non solo) di oggi e trasportarli all’interno della propria realtà. Un mondo fatto di oppressione, incomprensioni, di problemi apparentemente sciocchi, trascurati e minimizzati o da annebbiare stordendosi con Prozac e psicofarmaci vari.
Jon Poll, che con questo film ha deciso di iniziare la propria carriera di regista, dopo essere stato il montatore di diverse ed importantissime commedie USA (da Ti presento i miei a Austin Powers), e soprattutto il bravissimo Gustin Nash, sceneggiatore della pellicola, hanno sapientemente mescolato il tutto e portato sullo schermo quello che in Italia sarebbe potuto facilmente scadere nel drammone esistenziale e cioè una commedia esilarante, dal ritmo incalzante, che quasi mai risulta essere banale e che riesce a trattare in maniera onesta ed intelligente sia i propri personaggi che il pubblico in sala. Un film leggero e allo stesso tempo profondo che si rispecchia negli occhi del proprio protagonista, attraverso il quale conosciamo con estrema e spietata sincerità un gruppo di ragazzi (dal bullo della scuola allo sfigato di cui nessuno ricorda il nome, dalla capo pon pon ninfomane al ritardato mentale ecc.) che compiono azioni ed intraprendono strade che li porteranno ad essere gli adulti di domani con estrema insicurezza e paura di essere considerati sempre e comunque inadeguati da chi li circonda.
Ognuno nasconde la propria personalità dietro finte apparenze o gioca a fare i ribelli per riuscire ad attirare le attenzioni dei propri genitori, i quali persi nei loro problemi e nelle loro indecisioni croniche finiscono per scordarsi di chi gli sta attorno e li guarda come esempi da seguire un domani. In tutto questo si ritaglia uno spazio sempre più importante nel cuore dei ragazzi della scuola pubblica che ha da poco cominciato a frequentare (dopo essere stato espulso da uno degli istituti più prestigiosi del suo paese) Charlie Bartlet, il quale, nascondendo i propri problemi dietro un sorrisetto sveglio e sicuro, comincia a diventare lo psicologo privato di tutti i suoi compagni d’istituto. Se da una parte Charlie agisce in questo modo per offrire una possibile (e molte volte facile) via di uscita ai propri compagni, dall’altra lo fa egoisticamente per diventare popolare ed essere considerato una figura importante ed imprescindibile da chiunque non sia sua madre (donna svampita e depressa che non è mai riuscita a calarsi nei panni della genitrice) e soprattutto suo padre (figura che si percepisce essere stata il pilastro dell’esistenza di Charlie, fino a quando non è stata rinchiusa in carcere per evasione fiscale). In poche parole una commedia generazionale che scorre piacevole e divertente per quasi tutta la sua durata (si perde un pochino nella parte finale, specialmente nel troppo telefonato happy end) e che lascia allo spettatore una gradevole sensazione di freschezza.


CAST & CREDITS

(Charlie Bartlett); Regia: Jon Poll; sceneggiatura: Gustin Nash; fotografia: Paul Sarossy; montaggio: Alan Baumgarten; musiche: Christophe Beck; interpreti: Robert Downey Jr., Anton Yelchin, Hope Davis, Kat Dennings, Tyler Hilton; produzione: Everyman Pictures, Texton Entertainment, Permut Presentations; distribuzione: DNC; origine: USA, 2007; durata: 98’


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