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CINEASTI DEL PRESENTE: THE PASSENGER

Pubblicato il 8 agosto 2005 da Giovanella Rendi


CINEASTI DEL PRESENTE: THE PASSENGER

Il Canada incontra il Giappone. Kitano incontra Egoyan? Lasciava ben sperare (perlomeno a noi ammiratori di queste due cinematografie) The Passenger presentato a Locarno nella sezione Cineasti del presente, diretto dal canadese François Rotger, tra Vancouver e un Giappone non meglio identificato. Forse, invece, la tendenza comune ai due paesi verso una cinematografia volta a togliere anziché aggiungere, la freddezza manieristica di certo cinema nordamericano e i silenzi del Sol Levante hanno portato ad un film eccessivamente criptico, in cui la gelida perfezione dello stile non riesce a creare quella intensità che dovrebbe compensare le vistose (e volute?) lacune della sceneggiatura.
Rotger, fotografo e regista di video musicali, ispirandosi alla vera storia di un amico giapponese improvvisamente quanto misteriosamente scomparso dalla sua vita, tratteggia con mano anche troppo leggera una vicenda che per non dire troppo finisce per non dire nulla, ma quantomeno lo fa molto elegantemente. I continui, ma quasi impercettibili, salti temporali rappresentati dall’inserimento di semplici fotogrammi in flash forward, parcellizzati ulteriormente dal doppio binario geografico, creano un’impressione da quadro puntinista, il cui soggetto emerge solo nella conclusione, ma quando purtroppo ha ormai perso il suo significato.
Il contrastato amour fou tra due giovani (che sono fratellastro e sorellastra lo si apprende soltanto dal press book) e la condanna a morte di un misterioso canadese decretata dalla yakuza, costituiscono le tessere di un puzzle che, nonostante un piccolo colpo di scena finale, alla fine anche lo stesso regista sembra essersi stancato di ricomporre. Fino alla sua tragica conclusione, si assiste ad una serie infinita di micro-film, talvolta non privi di una dolente intensità, soprattutto grazie al personaggio di Viv, interpretato da Gabrielle Lazure, una donna sola e incapace di vedere la propria bellezza. Nella maggior parte dei casi si tratta però di omaggi al cinema giapponese contemporaneo, la cui crudeltà viene stemperata dall’ostinazione del non mostrare o nascosta dietro gli eccessi stilistici, come l’agonia della giovane Hiroko tra il sangue e i vetri spezzati, oppure di inerti seppur eleganti tableaux vivents.

[8 agosto 2005]

Regia e sceneggiatura: François Rotger;
Fotografia: Georges Lechaptois;
Montaggio: Nathalie Langlade;
Musica: Dan Levy& Irina Lazareanu;
Interpreti: Yusuke Iseya, Gabrielle Lazure, François Trottier, Kumi Kaneko;
Produzione: Les Films a un Dollar, River Films, Les Films de l’Isle;
Origine: Francia, Canada, Giappone 2005;
Durata: 88’


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