Sarà per gli effetti ormai visibili a tutti, sarà per la paura, sarà per l’impegno di settori sempre più grandi della società, ma il tema dei cambiamenti climatici trova spazio al cinema e presso i vari media. The Planet di Luis Torell, Micheal Stenberg, Johan Söderberg rappresenta un esempio lampante di questa crescita.

Accostare la forza di immagini importanti e suggestive all’ironia e ad uno stile diretto è sicuramente un sistema intelligente per comunicare e informare su un argomento, l’emergenza climatica, di fondamentale importanza. Partendo dunque da quadri meravigliosi, rappresentazioni artistiche della natura incontaminata e selvaggia, i registi mostrano ciò che, di questo passo, potremmo perdere. Far leva, anche grazie ad un tono accattivante, sul crescente timore di un possibile e radicale cambiamento climatico è dunque un sistema apparentemente efficace per sensibilizzare l’opinione pubblica. Mai come in questo momento, infatti, la società sembra esser pronta e ricettiva nei confronti dei temi ambientalisti. Il successo e lo sviluppo di decine di prodotti audiovisivi a riguardo, dalle piccole produzioni underground alle gigantesche pellicole ricche di star, rappresentano ormai una piacevole costante. Per ottenere un risultato efficace è però fondamentale sgombrare il campo da inutili pregiudizi o false informazioni. Informare, rendere partecipi è il primo passo per coinvolgere il pubblico. Lo scopo di The Planet è dunque, in primis, quello di far luce sulla reale condizione, fra tanti facili allarmismi, del nostro pianeta. Per questo i tre registi hanno girato ore di riprese lungo un viaggio durato due anni che ha toccato ogni angolo del globo, attraversando venticinque Paesi e mostrando, di volta in volta, i diversi cambiamenti del sistema climatico. Come tante piccole pennellate, le diverse realtà vengono così a comporre un quadro complessivo sulla realtà del pianeta Terra. Prima che gli effetti e i danni del nostro inquinamento possano macchiare in modo indelebile le esistenze di ciascuno, bisognerà riflettere attentamente sulle nostre colpe. Essere informati, per questo, diventa una necessità improrogabile.



Giampiero Francesca