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DA QUANDO OTAR E’ PARTITO

Pubblicato il 10 dicembre 2003 da Giovanna Quercia


DA QUANDO OTAR E' PARTITO

Sono sempre buone notizie quando un film riesce a raccontare in modo credibile e toccante i destini di alcuni personaggi particolari e ad un tempo quello generale di una nazione (in questo caso una neo-repubblica, la Georgia). E sono tanto più buone quanto più la portata “rappresentativa” degli individui messi in scena è nascosta e poco appariscente. In Da quando Otar è partito è proprio così. I caratteri delle tre donne protagoniste, nonna madre e figlia, vengono fuori con estrema naturalezza, attraverso i gesti, gli sguardi e i dialoghi essenziali che ne accompagnano le faccende quotidiane. La città, Tbilisi, si intravede appena, solo qualche dettaglio ce ne rivela direttamente l’asprezza: una doccia capricciosa che lascia insaponati, i commerci all’insegna del baratto e del riciclo degli oggetti più improbabili, la luce riverberante di un cielo perennemente coperto. Per il resto Julie Bertuccelli, fedele aiuto regista di Ioseliani qui al suo debutto come autrice, con un atteggiamento amoroso che non esclude l’ironia né la spietatezza, scava nei caratteri delle tre donne fino a estrarne l’anima, a rivelare quel tratto ineludibile che ne costituisce il Destino. Eka, caparbia custode di un mondo tramontato, è la Memoria; Marina, creatura postuma che vive l’attimo con allegro disincanto, è la Transizione; Ada, giudiziosa e inquieta, è la giovane pronta allo strappo con le proprie radici. Tre generazioni, tre facce della Georgia post-sovietica. Il lato mancante, quello tragico, è il fratello Otar emigrato in Francia, il grande assente il cui sacrificio muove tutto il plot e conduce inesorabilmente le protagoniste a confrontarsi coi propri demoni. Ciò che sorprende, nel film della regista esordiente, è la fluidità ritmica del racconto e l’abilità nel dipanare le complesse dinamiche psicologiche fra le protagoniste, tutte giocate sul terreno del non detto, delle bugie più o meno a fin di bene, dei messaggi trasversali. Decisamente una prova di maturità e di padronanza del mezzo.

[dicembre 2003]

(Depuis qu’Otar est parti) Regia: Julie Bertuccelli. Sceggiatura: Julie Bertuccelli, Bernard Renucci. Fotografia: Cristophe Pollock. Montaggio: Emmanuelle Castro. Musica: Antoine Duhamel, Dato Evgenidze, Arvo Part. Interpreti: Esther Gorintin, Nino Khomassouridze, Dinara Droukarova. Produzione: Les Film du Poisson, Arte France Cinéma. Origine: Francia, Belgio 2003. Distribuzione: Esse&Bi cinematografica. Durata: 103’

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