Venezia 75 - Deslembro - Orizzonti
Deslembro è un classico film di formazione, fatto di ricordi e dettagli, di vita che lascia il segno sulla pelle, sui corpi, per sempre. La prima inquadratura incornicia una tazza del gabinetto in cui vengono buttati pezzi di carta strappata con foga, tanti piccoli pezzi di un passaporto che non si vuole più avere. Queste immagini rimandano al tema dell’immigrazione clandestina, alle frontiere, alle paure e miserie umane. Invece chi ha stracciato la sua identità e la sua possibilità di varcare i confini è un’adolescente brasiliana che vive a Parigi con una famiglia composita, si chiama Joana, ha una pelle trasparente chiarissima, una selvaggia chioma nera e due occhi blu sparati sul mondo. Ha una personalità forte, si rifugia nella lettura, contro-attacca la madre senza peli sulla lingua, alla ricerca di risposte. Le troverà, dopo un cammino di dolore, nella terra natia, il Brasile, dove all’inizio del film non voleva accompagnare la madre, il suo nuovo compagno con suo figlio, il fratellastro. Nel suo viaggio all’interno di se stessa e dei suoi legami familiari incontra la nonna (madre di un desaparecido, la figura paterna mancante), luoghi dell’anima che le inducono vertigini e un fare i conti con il passato. I continui, violenti interventi della memoria suscitati da frammenti, oggetti, immagini del territorio dove ha vissuto prima degli anni di esilio francese, la obbligano ad affrontare attacchi di panico di varia natura. L’adolescenza, vissuta come scoperta dell’altro sesso, della musica amata dagli adulti, dal provare a fumare, porterà Joana a diventare una donna forte, più di sua madre, una donna che avrà preteso di capire e non di aderire a una demagogia. La forma di questa storia ha una delicatezza e una grazia rare. Forse il soggetto non è propriamente originale (i paesi dell’America Latina affrontano di petto il periodo duro della dittatura producendo opere di creazione sull’elaborazione del lutto) ma la messa in scena è gradevole e fresca, incarnata nei tratti poetici della ragazzina, splendidamente interpretata da Jeanne Boudier, dolcemente raccontati attraverso momenti di felicità familiare con i due fratellastri minori. Le fragilità di un’opera prima sono supplite da un buon montaggio e da una confezione garbata e visivamente attenta, sotto l’egida del regista Walter Salles che produce il film.
(Deslembro); Regia: Flavia Castro; sceneggiatura: Flavia Castro; fotografia: Heloisa Passos; montaggio: François Gédigier; interpreti: Jeanne Boudier, Hugo Abranches, Arthur Vieira Raynaud, Sara Antunes; produzione: VideoFilmes, Tacacá Filmes, Flauk Filmes, Les Films du Poisson; origine: Brasile, Francia, Qatar; durata: 96’