DVD – Il Dottor Jekyll e Mr. Hide

Lo specchio cinematografico rimanda allo spettatore il simulacro della propria immagine attraverso le emozioni dei personaggi che prendono vita nella celluloide, incarnando ciò che più si avvicina alle vicende di chi guarda. Come fosse un intreccio fra psicologia e magia, i fotogrammi attraversati dalla luce a volte rilevano l’intimo celato all’interno della psiche umana. Il dualismo, già alla radice del romanzo di Stevenson “Lo strano caso del dr. Jekyll e Mr Hide”, connota fortemente le scene che affiorano dall’aspro bianco e nero della fotografia di Overbaugh, resa ancora più drammatica dall’infierire del tempo sulla pellicola.
Jekyll è un medico filantropo, figlio della Londra vittoriana, rigida, formale, borghese. Tutta la città riconosce in lui un santo. Egli infatti si dedica con sacrificio alla cura gratuita degli indigenti, scendendo lì nei sobborghi dove nessun “uomo per bene” si azzarderebbe. La sua carità per i malati gli fa spesso mettere in secondo piano Millicent, una ragazza, figlia di Sir Carew, che tiene molto a lui. Ma è proprio ad una cena a casa di Sir Carew che c’è la svolta per il protagonista. In una discussione nel dopocena, dopo l’ennesimo ritardo di Jekyll causata dal suo prodigarsi per i reietti, Carew accusa il giovane medico di essere un codardo, di aver scelto “il bene” senza però aver cognizione alcuna della perdizione. Jekyll infatti non conosce il lato oscuro dei suoi sentimenti, l’ingordigia, l’edonismo, non si è mai lasciato avvinghiare dal demone del piacere. Per questo, tutta la compagnia accompagnerà il filantropo in un locale notturno, dove finalmente potrà essere iniziato alla vita “di un vero uomo”.
La visita alla taverna è come scoperchiare il vaso di Pandora. Jekyll vede il mostro della propria cupidigia alla quale però riesce a resistere, destando l’ilarità e l’indignazione dei suoi accompagnatori. Fugge via per sottrarsi alle moine di una danzatrice italiana, Miss Gina e corre a rintanarsi nel suo laboratorio. Ma il fascino della sregolatezza e l’odore ferino che ha assaporato per la prima volta in quel locale hanno un effetto destabilizzante su di lui. Fra i suoi alambicchi cerca un modo per separare nettamente nell’anima il Bene dal Male, concedersi totalmente all’uno o all’altro. L’ossessione di potersi gettare in un mondo che non ha mai sperimentato ma che fatalmente lo attrae gli fa compiere il prodigio. Jekyll sintetizza una pozione che, una volta ingerita, lo tramuta in Hide, il mostro che si nasconde dentro di lui sopito dalle forti inibizioni sociali. Come un interruttore, crea anche un antidoto che lo riporta alla condizione normale.
Sempre più vittima della preponderanza di Hide, la summa dei sentimenti che ha represso così a lungo, Jekyll fa di tutto per tenere, inutilmente, a freno la creatura che si nasconde nel suo petto. Decide quindi di isolarsi dal resto delle persone civili, chiudendosi nel suo studio fra libri e distillati, cercando un rimedio alle aberrazioni della sua scoperta. Il suo lato oscuro infatti compie delitti su delitti, arrivando ad uccidere persino l’amico e futuro suocero Sir Carew quando costui si reca nel laboratorio per informarsi sulla salute del giovane. Incapace di ricreare il filtro che lo fa regredire dalla condizione di Hide, Jekyll è sopraffatto dal rimorso e vede nel suicidio l’unica via di uscita dall’inferno nel quale si è cacciato e dalle ricerche della polizia. Muore così fra le braccia della povera Millicent che solo dopo apprenderà quanto siano state folli le ricerche del giovane da lui amato.
La riduzione cinematografica di Robertson è stata a lungo una delle più fedeli al romanzo, sicuramente una delle più importanti soprattutto per l’appassionata interpretazione di Barrymore nei panni di Jekyll/Hide. Coinvolto anch’egli in una doppia vita, professionista e sregolato uomo da tabloid scandalistico, l’attore ha condotto un’esistenza che lo ha fatto diventare presto un’icona dello star system hollywoodiano. Non a caso è il capostipite della omonima dinastia cinematografica di cui attualmente la giovane Drew è l’ultima discendente. Hide nasce grazie a diverse ore di trucco, con parrucche, protesi per rendere più lunghe e bestiali le dita, una dentiera, una finta calotta cranica utile per deformare le proporzioni del capo. Ha le movenze di un gatto azzoppato che mantiene un ricordo della passata agilità, è come ritorto nel corpo dalla sua stessa malvagità, ma è anche dotato di un’incredibile forza, per nulla domata da freni morali. Hide è desiderio puro, è brama senza freni, è individualismo senza censura sociale, è “l’antivittoriano” per antonomasia. In un periodo in cui le alte sfere borghesi erano intente all’esercizio della perfezione morale e materiale da opporre come volto pubblico, autori come Wilde e Stevenson denunciavano l’ipocrisia e la vacuità di una tale concezione.
La schizofrenia chimico alchemica si riverbera nell’aspetto del protagonista, così come nell’ambiente e nei personaggi che lo circondano. All’ordine, al candore ed al lirismo, che caratterizza le scene di Jekyll, si oppongono il disordine, l’oscurità e la depravazione di Hide. Ogni elemento ha il suo duale, il suo modo d’esser visto agli occhi mutati del personaggio bifronte. Allo studio medico si oppone la taverna dei piaceri dove Hide trascorre la maggior parte del tempo, alla dolce Millicent la pregiudicata Gina, ai gentiluomini borghesi si sostituiscono i rozzi sbandati dei bassifondi, alla casa paterna, una stamberga dove Hide dà sfoggio della sua depravazione con Gina. Nodo di intersezione fra le due anime è il laboratorio, dove attraverso la somministrazione di droga e antidoto avviene la trasformazione. Il laboratorio, nella cultura Positivista, è anche il luogo d’elezione massimo della razionalità. Qui diviene il confine che segna l’effetto mediatore dell’intelletto fra le due anime dell’uomo, il sociale e l’istintuale.
Robertson costruisce un’opera che parte dalla verosimiglianza e che si nutre degli elementi del fantastico e del noir poliziesco. Jekyll è una sorta di moderno alchimista della psiche, mentre Hide è un gangster che vive oltre il confine della legalità e, come da classico del giallo, è destinato alla sconfitta. Ma è anche la riproposizione di un Frankenstein di fine ottocento, è il “finibus terris” oltre i quali non la ragione non riesce a spingersi. Ma il luogo di nascita e formazione di Hide non è il corpo, come nella creatura dell’opera della Shelley, bensì i meandri della mente, territorio a cui non è stata ancora mossa la sfida dalla nascente psicoanalisi freudiana.
L’impianto visivo è ancora figlio del teatro, sia nelle movenze dei corpi degli attori, sia nella statica scenografia curata fin nel minimo dettaglio. Anche la regia predilige ancora i campi medi, sebbene non manchino le inquadrature di dettaglio ed i primi piani.
La qualità audio-video
Come numerosi prodotti d’epoca, la qualità video non è eccellente. La pellicola originale dal quale è stato effettuato il riversamento è irrimediabilmente segnata dal tempo. Numerosi i fotogrammi rigati e sovraesposti.
Il sonoro è rappresentato da una classica partitura di pianoforte che enfatizza i diversi passaggi dell’opera. Data l’età della pellicola, il risultato è comunque accettabile.
Extra
La Ermitage non brilla per la ricchezza dei contenuti speciali. In tutti i suoi dvd infatti si trovano solo un certo numero di testi che, anche grazie all’ausilio del web, possono essere facilmente reperiti. Fra le qualità standard ci sono l’accesso diretto alle scene ed i sottotitoli in italiano alle didascalie originali in inglese. Fra i menù extra troviamo il materiale biografico e le opere di Robertson e Barrymore, curiosità sul film ed un commento sulle diverse riduzioni cinematografiche del libro originale di Stevenson.
(Dr Jekyll and Mr. Hide); Regia: John Stuart Robertson; interpreti: John Barrymore, Martha Mansfield, Brandon Hurst, Nina Naldi, Gorge S. Stevens, Charles Lane; distribuzione DVD: Ermitage
formato video: 4:3; audio: mono; didascalie: italiano
Extra:: 1) Schede biografiche e filmografie di Robertson e Barrymore 2) Curiosità sul film 3) Le diverse riduzioni cinematografiche del libro originale di Stevenson
