Realizzato nel 2005, Killer senza scampo (in originale Love) è un noir esistenziale che ricorda un po’ i libri di Derek Raymond e la loro atmosfera tragica e fatale; un falso giallo in cui personaggi inquieti vivono e vagabondano senza una meta apparente.
‘Zio Vanja’ è un killer allo sbando, divorato da una bruciante volontà di autodistruzione. Orfano, approda a New York da una Yugoslavia in macerie. E’ un naufrago, apolide, e come lui la maggior parte degli altri personaggi che incontriamo nel film. Una New York irriconoscibile, periferica, che diventa il crocevia degli incontri di uomini e donne senza identità. Tra questi anche l’ex-moglie di Vanja. I due si ritroveranno per una coincidenza assurda, e il loro incontro è la molla scatenante della storia. Da queste premesse Nikolic sviluppa un film nitido, senza sbavature, tutto incentrato sul meccanismo narrativo che dà vita al film, fatto di incroci temporali e coincidenze.
Lo sviluppo della storia ‘poliziesca’ si fa via via meno importante: contano di più i rapporti tra i personaggi – in particolar modo la storia d’amore tra i due protagonisti – ma ancora di più assumono valore le storie dei singoli personaggi: Nikolic si focalizza sui loro background, su cosa li ha portati lì, in quel preciso momento, in quel preciso ruolo che la storia richiede. Vengono così disegnate delle figure più ‘tonde’, dotate di una profondità psicologica e di una solidità strutturale che le fa uscire dai loro ruoli. Come un poliziesco voltato ‘di spalle’, che guarda il resto, la parte in ombra della vita di quei personaggi che in un noir hanno un ruolo chiave. Così c’è l’immigato italiano che uccide per pagare l’operazione della moglie, o il poliziotto che ha sempre voluto fare lo scrittore e vorrebbe riscattare sé stesso dalla memoria del padre criminale. Va detto però che questa scrittura dei personaggi spesso non si rivela efficace: le storie non sono particolarmente sviluppate, la voce narrante tratteggia vite e vicende piuttosto semplici, senza sfumature: si ha l’impressione di assistere più a degli schemi che a delle storie vere e proprie. Questo rientra però nel problema più generale del budget con cui il film è stato realizzato, ‘così basso che ci vergogniamo a dirlo’ ride il regista. Probabilmente per questo il film manca di una sua vera identità, e risente di uno stile grezzo e ondivago. Molte intuizioni, le relazioni tra i personaggi e i loro ritratti, sembrano monchi, come se non ci fosse stata la possibilità di seguirne gli sviluppi. Lo stesso discorso si può fare per certe suggestioni visive, che con mezzi più propri sarebbero potute risultare ben più interessanti.

La qualità audio-video

Nonostante il basso profilo della produzione, la qualità del riversamento è più che dignitosa.

Extra

Trailer, Extended Trailer, ma sicuramente più interessante è la presenza di un piacevole ‘Dietro le quinte’.