DVD – Per non dimenticarti

Quando, ormai un bel po’ di tempo fa, su queste pagine scrivemmo una recensione tutt’altro che benevola nei confronti dell’esordio cinematografico di Mariantonia Avati, sottolineammo come Per non dimenticarti presentasse un aspetto alquanto conclamato da fiction italiana, come se fosse stato partorito dallo stampo comune alla gran parte della tv generalista, mentre solo a causa di una certa ristrettezza di vedute esso fosse potuto approdare in sala. E ciò non tanto a causa dei (non) movimenti della mdp (visto che il quadro d’insieme era apparso comunque alquanto elegante già al tempo, anche se ricco di una raffinatezza più che altro didascalica e calligrafica), quanto perché non si sentiva il soffio di un respiro più ampio in una storia dove i personaggi risaltavano solamente in quanto figure stereotipate. Ancor più la narrazione appariva come appesantita dal substrato di un cattolicesimo d’antan che poteva anche risultare molto indigesto, perché attraversato sì da qualche sorriso, ma mai rischiarato da quell’ironia sempre utile a stemperare la materia narrata e a creare quel po’ di distacco tra essa e l’agente narrante.
Perché nella storia scritta da Tommaso Avati e raccontata dalla sorella Mariantonia, varie donne vivono il momento del parto nell’immediato Dopoguerra, nel reparto di ostetricia di un ospedale di Roma: donne di varie estrazioni sociali, ma che sapranno trovare (tranne che in un unico, disperato caso) una vicinanza in quei giorni fatidici. Su tutte, si noterà la voce
di Nina (la bella ma, almeno qui, morigerata Anita Caprioli), giovane sposa di Giordano (Ettore Bassi) e in trepidante attesa del primogenito. La sua gravidanza, però, vivrà momenti assai travagliati.
La visione del dvd ha permesso di ritrovare un film nuovamente incapace di stupire: un film che sembra vivere più di ideologie che di idee vive. E se la Storia è tenuta ben chiusa al di fuori delle porte che delimitano il campo d’azione della pellicola, sembra che essa sia comunque rappresentata in modo idealistico attraverso figure femminili allegoriche, tra di loro vicine solo nel momento della maternità, intesa questa come unica esperienza realmente fondante per l’Eterno Femminino, magari simbolo della rinascita italiana, della vita dopo gli anni della sua totale negazione, ma comunque altamente riduttivo, perché da ciò sembra nascere una visione fin troppo idealizzata del vivere. E l’incapacità nel gestire gli interni del cuore di persone ’vere’, ha impedito il completo innalzarsi di quel contraltare, il mondo esterno, che sempre rimane come fuori campo supremo, che su quei cuori sempre agisce e che rappresenta la forza necessaria per l’instaurarsi dell’equilibrio generale, la cui risultante è quell’universo del tutto speciale che va sotto il nome di ’Film’.
Ma, almeno, il piccolo schermo ha saputo restituire quella dimensione che più sembrerebbe propria a Per non dimenticarti: quella di una onesta mediocrità, ben distante dal vivo splendore che maggiormente appare adatto a illuminare lo schermo cinematografico di una immagine che diviene sempre e comunque come una piccola violenza che agisce sulle nostre coscienze (visione che diviene l’evidente filtro attraverso cui lasciar trasparire tematiche altrettanto forti, Fassbinder e Bergman docent: sia che si tratti di televisione che di cinema). Ma se di pari passo con il rimpicciolirsi dello schermo sul quale verrà di volta in volta proiettato Per non dimenticarti, probabilmente diminuiranno anche le emozioni recate dagli eventuali suoi pregi, di converso i suoi presumibili difetti potranno trovare una minore cassa di risonanza: e, beninteso, ciò accade a qualsiasi film. Tutto sta, perciò, nel trovare la giusta misura, ossia il medium adeguato alla propria insopprimibile volontà di espressione, comunque meritevole di sopravvivere in tutta armonia, ma che solo attraverso quella giusta misura potrà trovare una sua grazia e una sua coerenza di linguaggio.
La qualità audio-video
È di certo questo l’aspetto dell’opera che maggiore soddisfazione ha saputo destare, in ciò evidentemente aiutato dalla estrema giovinezza della pellicola. Perché il quadro si presenta alquanto luminoso e ben definito, oltre che stabile in ogni momento; i toni cromatici, inoltre, appaiono ben bilanciati. Praticamente assenti le spuntinature, tranne che in un brevissimo momento, della durata di pochi fotogrammi, in cui stranamente lo schermo si riempie di innumerevoli graffi.
Il 5.1 restituisce un ambiente abbastanza arioso, ben bilanciato tra rumori, musiche e parole. I dialoghi sono quasi sempre molto nitidi, tranne che in poche, rare occasioni.
Extra
Qui molte sono le note dolenti, visto che i contenuti speciali si fanno notare per la loro pressoché totale assenza: perché 94” di trailer e poche, brevi righe sulle carriere ancora giovani di Mariantonia Avati, di Anita Caprioli e di Ettore Bassi difficilmente potranno rappresentare una reale attrattiva in più per una larga fetta di pubblico. E tutto ciò concorre nel rendere questo film ancora più piccolo di quanto sia in realtà: minuscolo quanto lo strato singolo nel quale sono entrati i suoi 94’ di durata.
(Per non dimenticarti); Regia: Mariantonia Avati; interpreti: Anita Caprioli, Ettore Bassi, Enrica Maria Modugno, Massimo Bonetti; distribuzione DVD: General Video;
formato video: 1.85:1 anamorfico; audio: Italiano Dolby Digital 5.1; sottotitoli: Italiano per non udenti
Extra: 1) Trailer 2) Biografia della regista e degli attori principali
