DVD - Sharkman

Il fatto che questo film sia stato inserito curiosamente nell’elenco dei film più brutti del 2004, come riporta un sito internet sui B-movies e i disastri cinematografici della storia, la dice lunga sulle qualità contenutistiche nonché estetiche del lungometraggio di Michael Oblowitz. Il regista, che ha diretto horror andati a male come La stirpe e alcuni film “action-aikido” con Steven Seagal, come Il vendicatore o Lo straniero (dei quali oltre alle “mosse” di arti marziali si poteva apprezzare quantomeno la costruzione della storia e l’intreccio tra i personaggi), dà qui decisamente il peggio di sé, riuscendo ad unire elementi tipici dello splatter più becero (come avviene nelle scene in cui vengono tirati fuori dal corpo di povere donne-cavia i piccoli mostri uomo-squalo) a scadenti effetti orrorifici, dei quali forse neanche Roger Corman avrebbe saputo dare una versione meno caricaturale. Il tutto avvalorato anche dalla scelta del cast, tra attori passati ormai nel dimenticatoio come William Forsythe, nel ruolo di un tecnico informatico che per l’occasione si improvvisa Rambo (sgomina praticamente da solo la pattuglia delle guardie che gli sparano contro di tutto senza colpirlo mai, architetta trappole, ha un fucile con i colpi infiniti e soprattutto ingrassa a vista d’occhio scena dopo scena, gonfiando sempre di più la maglietta imbrattata di sangue “fucsia”); attori prigionieri di fiction come Jeffrey Combs, che qui è addirittura costretto a recitare battute riciclate da Herbert West e attricette mutuate da una delle soap più seguite degli anni ’90 (di cui a questo punto non faccio il nome per una questione morale), che ha scelto di degradare ulteriormente la sua carriera prendendo parte al film.
Sharkman pone le sue fondamenta su un delirio parascientifico, che è ormai diventato un canovaccio di questo genere: le ricerche del folle dottor King, tese a trovare una cura per il cancro incrociando cellule staminali di squalo martello con DNA umano, sono infatti il pretesto per ricreare la classica situazione del gruppetto di protagonisti braccato da un mostro e dagli scagnozzi del cattivo di turno. Il famelico dottor King ha salvato dalla morte il figlio malato di cancro trasformandolo in un affamato squalo antropomorfo, capace di attaccare le sue prede anche sulla terraferma. Il gruppetto, recatosi sull’isola del dottor King per monitorarne le ricerche, verrà ovviamente decimato dal mostruoso uomo-squalo, così come il ridicolo esercito di guardie disposte tutte intorno al luogo per difendere lo scienziato pazzo, ormai esiliato lì a vita.
Sebbene alle volte si abbia l’impressione di giocare a un videogame fasullo, in mezzo a scrause felci usate per simulare la foresta tropicale, non ci si annoia nel parapiglia di sparatorie, esplosioni più o meno realizzate in digitale e sbudellamenti nei quali si vedono un paio di fotogrammi di squalo in computer grafica, un paio di fotogrammi di squalo-pupazzo e poi un caos inverosimile che termina sempre con secchiate di succo di mirtillo ed arti sparsi nel mare o nella giungla.
Numerose sono poi le perle da film tragi-comico, che coinvolgono volentieri barche o jeep: assistiamo infatti a scene nelle quali i mezzi in questione sono palesemente lasciati in balia della velocità con esiti spesso imbarazzanti (come si verifica in un incidente in cui una macchina si schianta contro un alberello, provocando un fantasmagorico effetto rimbalzo gommoso). Notevoli anche il repentino cambio di location coevo all’improvvisa sparizione di uno yatch in procinto di esplodere e l’apparizione subitanea di un camion rugginoso per mettere più carne al fuoco durante una pirotecnica sparatoria. Situazioni incorniciate, tra l’atro, da aberranti dissolvenze pubblicitarie.
A discolpa parziale del film, c’è il fatto che in origine era nato come serie-tv e quindi nessuno si sarebbe potuto aspettare grandi cose. Però sulla carta la trama poteva funzionare meglio. Il problema è che anche certi produttori sembrano avere idee un po’ distorte sulle aspettative del pubblico a cui pensano di rivolgersi. Come dicevamo, in questo lungometraggio molte cose sono i soliti stupidi cliché. Se si escludono i primi dieci minuti in cui viene detto tutto quello che c’era da dire, non c’è altro che valga davvero la visione. Gli ex colleghi del diabolico scienziato sono insulsi, sopra le righe e ad inseguirli ci sono quattro disgraziati e dei mostri che si intravedono a malapena. Sharkman è insomma un B-movie confezionato dozzinalmente, con dialoghi e sceneggiatura assolutamente deliranti e che precipita nel ridicolo (volontario e non) in più di un occasione.
La qualità audio-video
La Nu Image, casa di produzione statunitense specializzata in low budget horror e fantascientifici, sforna questo Sharkman, per la televisione satellitare e l’home video, che va ad aggiungersi alla trilogia delle bestie mutanti assieme a Mansquito e Snakeman. Tenendo conto di queste informazioni, la qualità audio-video nel complesso è buona, fatta eccezione per alcune scene di combattimento, in cui si accavallano spesso le voci dei personaggi a quelle di spari, lamenti umani e schiamazzi di esseri mutanti e per altre scene in laboratorio, in cui domina una luce fioca, portando a una definizione dell’immagine non sempre chiara e nitida.
Extra
Non è presente alcun contenuto speciale che riguardi il film. Nella sezione extra vengono proposti i trailer di altri film, divisi in base al tipo di uscita: 1) Al cinema, Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie; 2) In dvd, Il bacio che aspettavo, Hairspray; 3) In alta definizione, Un ponte per Terabithia, Per qualche dollaro in più.
(Sharkman); Regia: Micheal Oblowitz; interpreti: William Forsythe, Hunter Tylo, Jeffrey Combs, Elise Muller, Arthur Roberts; distribuzione dvd: Mondo Home Entertainment
formato video: 16/9 1.85:1; audio: italiano, inglese stereo 2.0;
Extra: 1) Al cinema, 2) In dvd, 3) In alta definizione, 4) Credits dvd
