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Either Way

Pubblicato il 30 novembre 2011 da Giovanna Branca

VOTO:

Either Way

Due uomini in Islanda devono passare la loro estate ad occuparsi della manutenzione del percorso viario del paese. Alfred ha 24 anni, il compagno di lavoro Finnbogi ne ha dieci in più ed è fidanzato con la sorella del ragazzo.
E questo è, in un certo senso, tutto ciò che si può dire della trama di Either Way di Haffsteinn Gunnar Sigurosson. La sottigliezza della storia, la sua quasi assenza è però del tutto funzionale alla poetica dell’opera prima del regista islandese, il cui intento è semplicemente contemplare – con una forte venatura di ironia – l’instaurarsi di un rapporto di amicizia tra due esseri umani a contatto solamente con loro stessi e la natura. Il tutto è ambientato negli anni Ottanta, evocati dagli abbigliamenti e dalle musiche, ma – a detta dello stesso regista – solo in quanto quegli anni con le loro mode evocano di per sé un’ironia involontaria.
Il rapporto tra Alfred e Finnbogi muta: dalle conversazioni tutte incentrate sulla spacconeria sessuale degli inizi del film fino alla reciproca conoscenza in profondità, causata dall’inevitabilità della vicinanza che obbliga due persone molto diverse a scoprire i segreti reciproci e ciò che in fondo, al di là della superficie, le lega.
E l’opera di scalfittura dell’apparenza, delle differenze date dalle diverse età e dalle diverse prospettive di vita è causata in primo luogo da quello che è il vero protagonista del film: il paesaggio naturale. Avvolgente e sconfinato, ma soprattutto svuotato di ogni presenza umana ad eccezione di un camionista di passaggio che incrocia qualche volta i protagonisti e di una misteriosa autostoppista della cui presenza sembrano accorgersi solo i due. E poi ci sono le persone solo evocate: la sorella di Alfred e fidanzata di Finnbogi e tutte le ragazze di cui il ragazzo più giovane parla con ingenui toni di conquista.
Indifferente agli stati d’animo – quasi sempre nuvoloso e brullo – il paesaggio non è emanazione delle interiorità dei protagonisti né luogo della sfida con se stessi alla Into the Wild. E’ semplicemente tutto ciò che c’è; ciò che poco a poco, inevitabilmente, spoglia i protagonisti di pregiudizi e atteggiamenti precostituiti, per restituire solo il nucleo di ciò che conta in un rapporto umano.
Lieve e mai pretenzioso, questo film dipinge un semplice affresco di una storia altrettanto semplice, e lo fa con ironia e sensibilità.
Già il titolo inglese, Either Way ("ad ogni modo”, ma letteralmente si fa riferimento alla strada) suggerisce l’inevitabilità della condizione di Alfred e Finnblogi. In qualsiasi senso percorrano questa strada isolata, sono destinati ad incontrarsi.


CAST & CREDITS

(A’ Annan Veg) Regia: Haffsteinn Gunnar Sigurosson; sceneggiatura: Haffsteinn Gunnar Sigurosson; fotografia: Arni Filippusson; montaggio: Kristiàn Lomofjoro; scenografia: Hàlfdàn Pedersen; interpreti: Sveinn Olafur Gunarsson (Finnbogi), Hilmar Gujonsson (Alfred); produzione: Mystery Island, Flickbook Films; origine: Islanda; durata: 84’.


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