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El Cielo, la Tierra y la Lluvia

Pubblicato il 25 giugno 2008 da Salvatore Salviano Miceli


El Cielo, la Tierra y la Lluvia

Il ritratto della vita di tre donne e di un uomo in una piccola isola del sud del Cile e contemporaneamente un invito alla riunificazione dei sensi. Questo è El Cielo, la Tierra y la Lluvia, primo lungometraggio di finzione del giovane regista messicano Josè Luis Torres Leiva.
Seguendo una narrazione che rifiuta a priori una qualche scansione degli eventi rappresentati, coniugando momenti di cinema più consueto (concentrandosi sui personaggi) e lunghe stasi in cui è chiamata in causa la nostra capacità percettiva, è la natura, sospesa, a dettare l’ordine delle riprese ed il susseguirsi delle inquadrature. Una natura rigida, che si nutre della pioggia copiosa ed incessante, e che pare alla fine volere inghiottire il destino di ogni protagonista.
I quattro personaggi principali rappresentano quattro diversi tipi di solitudine, tutte laceranti ed irrisolvibili ma ognuna con un epilogo diverso. È un film che sembra solo per caso costruito intorno ad un canonico intreccio perché è forte la sensazione (ed il regista in parte lo conferma attraverso le sue dichiarazioni) che l’essere umano capiti davanti la macchina da presa quasi per caso, in quanto presenza all’interno del cosmo naturale rappresentato.
Nessun elemento lascia intuire una voglia di innalzare artificiosamente o meno un ritmo che si mantiene lineare nel suo complesso e stanco evolversi. I pochi movimenti di macchina presenti non delimitano, ma rafforzano, non esercitano alcuna volontà ordinatrice ma, al contrario, accompagnano, o al massimo sottolineano.
Si presenta immediatamente ostica la visione perché da subito si avverte che la pellicola è parte di un progetto che prevede la creazione di diversi percorsi interpretativi. Siamo noi, in qualità di spettatori, ad essere invitati a scegliere quale preferiamo, secondo il nostro personale giudizio e la nostra ottica.
Non ci sono gabbie precostituite e la struttura del film non prevede vincoli né pone paletti entro cui orientarsi. Se da un lato questa grande libertà offertaci è un pregio, al contempo il limite appare abbastanza chiaro. Si corre, infatti, il rischio di perdersi, di non riuscire a centrare ed a percepire l’essenza del film, restando con un sapore finale indefinito che difficilmente può condurre ad un reale giudizio dell’opera.
Per quanto ci riguarda, il film non ha convinto pienamente. Restano certi passaggi molto belli visivamente, il gusto di un lirismo trasposto in immagini e catturato da una fotografia dai toni caldi e delicati. Di contro, non convince l’evoluzione della storia (è pur sempre un film di finzione) e l’incedere troppo poco incisivo per farci entrare in piena sintonia con le aspirazioni del regista.


CAST & CREDITS

(The Sky, The Earth and the Rain) Regia: Josè Luis Torres Leiva; sceneggiatura: Josè Luis Torres Leiva; fotografia: Inti Briones; montaggio: Ilàn Stehberg, Josè Luis Torres Leiva ; suono: Ernesto Trujillo, Roberto Espinoza; interpreti: Julieta Figueroa, Angelica Riquelme, Mariana Munoz, Norma Ortiz; produzione: Bruno Bettati, Elise Jalladeau, Peter Rommel; origine: Cile, Francia, Germania 2007; durata: 110’.


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