El Impenetrable
Partiamo da una definizione, tanto per chiarire quello di cui stiamo parlando.
El Impenetrable è una grande regione vergine di 6.000.000 di ettari di estensione, situata nella pianura del Chaco occidentale, nel nord-ovest della provincia del Chaco, in Argentina. Delimitata da ben tre corsi d’acqua, essa si avvale di un clima subtropicale, secco sia in estate che in inverno e piovoso nelle mezze stagioni, nonché di una temperatura oscillante tra i 6° e i 47°. Nel mezzo dell’Impenetrable si trova un parco protetto, il Parque Provincial Loro Hablador (o Parco provinciale del Pappagallo parlante), noto per essere una specie particolare di guacamayo sudamericano. Rimane solo un dettaglio, non così secondario, da chiarire: il nome Impenetrabile deriva dagli spagnoli e affonda le proprie radici nell’epoca della conquista coloniale, quando, per l’appunto, questo territorio faceva spavento alla sola idea di poterlo attraversare.
All’interno di questa intricata location tutto ha inizio. Daniele Incalcaterra, regista del documentario, eredita 5.000 ettari di foresta vergine nel Chaco. Arrivato in Paraguay con l’intenzione di restituire questa terra al suo popolo originario, i Guarnì, Daniele si trova in un vero e proprio far-west: mancano i saloon con cowboy ubriachi seduti al bancone, mancano i duelli tête-à-tête tra sceriffi e criminali, ma ci sono pur sempre terre da conquistare, indiani da sterminare e ricchissime risorse naturali in gioco. Confrontandosi con i grandi latifondisti residenti in loco e facendo esperienza concreta della corruzione dell’amministrazione paraguaiana, Incalcaterra viene alla fine costretto a trovare una nuova soluzione per il proprio possedimento, al caro prezzo dell’orgoglio, della dignità e della lotta in nome della giustizia sociale.
Aldilà della presentazione all’attuale Festival di Venezia – in merito alla cui scelta si potrebbe forse discutere… - El Impenetrable è un film senza scopo. Le lunghe inquadrature traballanti, che evidenziano il percorso di una macchina che si muove su kilometri di strade sterrate in mezzo alla natura, accrescono un senso di noia e di ansia che difficilmente può essere paragonato.
A volte si nota come la tensione, per non dire anche la pretesa, verso l’Arte dia facili abbagli; come si può pretendere che un lungometraggio di più di un’ora e mezza che racconta una storia senza alcun interesse oggettivo stimoli un pubblico desideroso d’emozioni?
(El Impenetrable) Regia: Danièle Incalcaterra, Fausta Quattrini; soggetto: Danièle Incalcaterra, Fausta Quattrini; genere: documentario; origine: Argentina – Francia, 2012; durata: 95’; web info: http://www.labiennale.org/en/cinema...