Entre nos
Amicizia, libertà, tragedia, amori e tradimenti. Queste le tematiche al centro di Entre nos dei fratelli brasiliani Paulo e Pedro Morelli, presentato in concorso a quest’ultima edizione del Festival di Roma. L’incipit del film ad una prima superficiale visione potrebbe riportarci ad un chiaro richiamo cinematografico con Il Grande Freddo, ma l’unico punto di contatto fra i due film risiede meramente nello spunto. È evidente che l’opera brasiliana non possegga certamente i toni drammatici e struggenti del film di Kasdan, in cui lo spettatore grazie alla sapienza registica riusciva ad attuare una vera e propria identificazione totale con i personaggi proposti sullo schermo, al contrario di quanto accade invece in Entre nos, dove i protagonisti non riescono a creare alcun tipo di empatia con lo spettatore.
Il film si apre con una scena che ritrae sette ragazzi, uniti da un’amicizia indissolubile, intenti a passare una giornata adrenalinica fra sesso, alcool e divertimento sfrenato, con la leggerezza e la superficialità tipica dei vent’anni. I sette decidono poi di scriversi delle lettere e di seppellirle, con la promessa di ritrovarsi fra dieci anni nello stesso luogo e leggerle. Nello stesso giorno però, si consuma la tragedia, ed un atroce incidente stradale strappa alla vita Rafa, promettente scrittore. La morte dell’amico sconvolge le vite di tutti, che con il passare degli anni intraprendono strade completamente differenti, perdendosi di vista. I sei si ritrovano soltanto dopo dieci anni, così come avevano promesso, nello stesso luogo ma con meno entusiasmo e troppi sogni infranti. Molti amori sono finiti, molti altri sono nati, eppure tutti appaiono così terribilmente infelici e profondamente insoddisfatti delle proprie vite. Il vuoto incolmabile ed il ricordo di Rafa pesano come un macigno sulle esistenze dei personaggi, che nel ritrovarsi daranno vita ad un teatrino fatto di inganni e tradimenti, messo in scena proprio con la fatidica apertura delle lettere.
Il discorso generazionale è profondamente connaturato nell’opera, è chiaro l’intento autoriale di raccontare i tormenti, i sogni e le speranze di questi ragazzi che divengono appunto metafora di un’intera generazione, che inesorabilmente si sgretolano con il passare degli anni. Lo sviluppo narrativo però, pecca eccessivamente di incoerenza. Il film di fatto non può certamente appoggiarsi su di una solida sceneggiatura, che al contrario risulta essere fin troppo confusionaria, con dialoghi eccessivamente rivelatori e simbolismi forzati. Il virtuosismo dell’impianto visivo, seppure con molte scelte registiche piuttosto discutibili, donano a tratti un’apprezzabile riuscita estetica, forse l’unica. _ Buona solo a tratti l’interpretazione artistica degli attori, complice forse la mancanza di una guida forte su cui far riferimento.
Entre nos pare essere totalmente inconsapevole dei propri limiti oggettivi, assumendo in alcuni momenti anche atteggiamenti presuntuosi.
Ridondante e pretenzioso.
(Entre nos); Regia:Paulo Morelli, Pedro Morelli; fotografia: Gustavo Hadba; montaggio: Lucas Gonzaga; musica: Fabio Menna; interpreti: Julio Andrade, Caio Blat, Carolina Dieckmann, Martha Nowill, Maria Ribeiro, Lee Taylor, Paulo Vilhena;origine: Brasile, 2013; durata: 100’.