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Racconti d’amore

Pubblicato il 19 novembre 2013 da Lorenzo Vincenti

VOTO:

Racconti d'amore

Un luogo fisico, un luogo dell’anima. Parole scritte, lette e udite. Immagini suggestive da esse partorite e un’intensa musica a scandire i ritmi compassati di un’opera che ripercorre, attraverso quattro differenti frammenti letterari, un passaggio storico fondamentale per il nostro paese. La resistenza, vista attraverso gli occhi di Elisabetta Sgarbi, non rimane però ancorata alla memoria, di cui tuttavia la regista si nutre, ma diviene in questo suo Racconti d’amore una cassa di risonanza attraverso cui far riverberare le “parole” tanto care alla regista ferrarese. Parole d’amore ovviamente, quelle che porta in scena la Sgarbi, ispirate da quattro scritti differenti e di diversa portata (Tra due cieli, La fornace, Micol, L’illusione), che raccontano passioni amorose tra esseri umani e connessioni viscerali con la propria terra d’appartenenza: il ferrarese, il delta del po e il polesine in generale. Quello è lo sfondo visivo di riferimento, quello è il mosaico di immagini simboliche e suggestive che “fermano” la volatilità delle parole (seppur narrate da voci suadenti e riconoscibili come quella di Toni Servillo ad esempio) Con questa sua opera, Elisabetta Sgarbi, compone un dittico con il quale riesce a dare sfogo alle sue pulsioni più intime, nonché a comporre un’indagine personale e diversificata sul fenomeno della resistenza. Se da un lato il parallelo Quando i tedeschi non sapevano nuotare (anch’esso presentato in questa edizione del festival) alimenta la necessità documentaristica della regista, garantendo una continuità al suo percorso autoriale, dall’altro questo Racconti d’amore permette alla nostra autrice di liberare la sua vena artistica più recondita, fornendo un ritratto frastagliato (come il delta del Po) e particolarmente evocativo di quella fetta di storia italica e della porzione di terra da lei tanto amata. Quello che ne esce è un suggestivo quadro d’autore, evocativo, simbolico toccante in alcuni punti ma molto debole nell’insieme. La frammentarietà inoculata nell’opera, figlia di un’esigenza narrativa della regista, finisce, a lungo andare, per appesantire l’opera stessa e lasciarla schiava di un intellettualismo a tratti ridondante. In particolare la verbosità emerge a discapito delle emozioni, talvolta lasciate nelle retrovie per essere soltanto alluse, raccontate, percepite. Se questo meccanismo funziona in alcuni passaggi, in cui vi è quanto meno un’interazione tra voce narrante e messa in scena decisamente più dinamica, paritaria e costruttiva, in altri diviene un ostacolo alla narrazione. Questo perché la preponderanza della parola sull’immagine, sulla ricostruzione filmica, sul quadro muta la natura dell’opera stessa trasformandola dal film poetico, sentimentale e rievocativo delle parti iniziali ad un mero testamento "videoletterario" del finale. Per fortuna il tocco musicale inconfondibile del maestro Battiato tende a garantirci un “passaggio” virtuale che ci accompagna, tra le suadenti note classiche da lui orchestrate, fino al termine dell’opera. La Sgarbi, seppur con un capacità visiva molto sviluppata, si dimostra ancora troppo legata al mondo documentaristico (dal quale subisce continue interferenze) e poco incline alla messa in scena classica del film di finzione. Sempre a patto che la classicità sia qualcosa a cui la vena artistica particolarmente effervescente dell’autrice aspiri davvero. Il suo appare più come un esperimento sensoriale, dignitoso e parziale. Figurativo e antinarrativo. Di quelli che graffiano ma solo in superficie purtroppo.


CAST & CREDITS

(Racconti d’amore) Regia: Elisabetta Sgarbi; sceneggiatura: Elisabetta Sgarbi, Sergio Claudio Perroni, Fausta Garavini, Giorgio Bassani; fotografia: Andres Arce Maldonado, Elio Bisignani; montaggio: Andres Arce Maldonado, Elisabetta Sgarbi; musiche: Franco Battiato; scenografia: Luca Volpatti; costumi: Lariulà; interpreti: Michela Cescon, Andrea Renzi, Ivana Pantaleo, Laura Morante, Sabrina Colle, Tony Laudadio, Anna Oliviero, Toni Servillo, Elena Radonicich, Rosalinda Celentano, Anna Oliviero, Maurizio Giberti ; origine: Italia; durata: 75’


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