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Roma 2015 - EVA NO DUERME

Pubblicato il 25 ottobre 2015 da Anton Giulio Onofri


Roma 2015 - EVA NO DUERME

Nel travagliato panorama storico e politico dell’Argentina del XX secolo, Eva Peron spicca come figura iconica di donna eroina e santa pagana, strenua paladina dei diritti dei lavoratori, venerata dalle masse popolari che fin da subito la chiamarono affettuosamente Evita.

Andrew Lloyd Webber le ha dedicato un celebre musical, divenuto nel 1996 un altrettanto fortunato film hollywoodiano: la First Lady argentina, morta prematuramente di cancro nel 1952 a soli 33 anni, era qui interpretata nientemeno che da Madonna. Nove anni dopo aver vinto a Cannes il Premio della Giuria con il corto Primera Nieve, Pablo Agüero presenta nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma il suo quarto lungometraggio di finzione, dedicato alla tormentata vicenda, poco nota al di fuori dell’Argentina, del cadavere di Evita, affidato inizialmente a un tassidermista perché lo imbalsamasse, e in seguito scomparso misteriosamente per oltre venti lunghissimi anni (durante i quali sostò per un breve periodo, e sotto mentite spoglie, addirittura nel Cimitero Maggiore di Milano), e infine rientrato in Argentina per volere del feroce dittatore Videla che volle farlo simbolicamente seppellire sotto sei metri di cemento armato per cancellarne definitivamente il ricordo, ottenendo invece l’effetto contrario di incrementarne la leggenda.

Film parecchio apprezzato dai critici e dalle frange più cinefile del pubblico romano e che inizia con un’espressionistica sequenza piuttosto impressionante e di sapore kubrickiano che lascerebbe ben sperare (lampante il riferimento ai drughi di Arancia Meccanica). Il suo difetto consiste purtroppo nella scelta di un’impostazione punitivamente teatrale e un filino datata, cupa e claustrofobica, tesa a despettacolarizzare una vicenda di indubbia forza evocativa. Affidando il compito di illustrare gli eventi storici alle (troppe?) immagini di repertorio, per chiudersi in ambienti angusti e poco illuminati, sede di lunghi e soporiferi dialoghi che provocano allo spettatore ignaro - come il sottoscritto - degli eventi e dei personaggi in quella sorta di buco nero della storia e della politica argentina che precede la protesta pacifica delle Madri di Plaza de Mayo e alla rivelazioni degli orrori del regime deposto nel 1983, si genera niente altro che confusione e sostanziale disinteresse. A poco o a nulla servono le prestazioni attoriali di Gael García Bernal, che gode all’inizio del film di un troppo lungo primo piano eccessivamente e inutilmente ravvicinato; e Denis Lavant, impegnato in uno scontro frontale prima verbale poi fisico con un giovane militare suo subalterno, gestito secondo una illogicità reattiva fastidiosa.

Poco cinema, insomma, o almeno, sbagliato. Peccato per l’occasione perduta.


CAST & CREDITS

(Eva no duerme); Regia: Pablo Agüero; sceneggiatura: Pablo Agüero; interpreti: Gael García Bernal, Denis Lavant, Imanol Arias, Daniel Fanego, Ailín Salas; produzione: Canana Films, Haddock Films, JBA Productions; origine: Argentina, 2015; durata: 85


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