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FEFF 2010 - Possessed – Horror Day

Pubblicato il 28 aprile 2010 da Luca Lardieri


FEFF 2010 - Possessed – Horror Day

Il cinema orientale continua a stupirci con i suoi horror. Film affascinanti, intrisi di tradizioni e antiche leggende che oltre a terrorizzare e, di conseguenza, a divertire lo spettatore, riescono a sedurlo e a coinvolgerlo intellettualmente. Possessed, opera prima del giovanissimo regista Sud-Coreano Lee Yong – Ju, ne rappresenta un perfetto esempio, riducendo al minimo le scene splatter e facendo scivolare il proprio pubblico lungo una spirale di suspense vecchia maniera e intricatissime leggende/credenze a dir poco terrificanti. Il montaggio serrato, la bellissima colonna sonora, una sontuosa fotografia e il giusto mix di effetti sonori e sinistri movimenti di macchina costruiscono tutto il resto.
Bul-shin-ji-ok (letteralmente “L`inferno dei non credenti”) comincia come un classico giallo. Una giovane ragazza (So-Jin) scompare, la sorella maggiore si mette sulle sue tracce, aiutata da un singolare detective della polizia e dalla madre, con la quale decide di riallacciare momentaneamente i rapporti, usurati ormai da anni a causa di alcune divergenze di vedute di carattere religioso. La madre, infatti, è una cattolica osservante, continuamente impegnata con la chiesa del proprio quartiere, mentre Su-kyeong non crede nell’esistenza di alcun dio, specialmente dopo l’improvvisa morte del padre. Durante le loro indagini Su-kyeong e il giovane poliziotto entreranno in contatto con gli stranissimi abitanti della palazzina in cui vivevano la sorella e la madre, i quali a poco a poco cominceranno a morire in maniera atroce (in tal senso è notevole la scena in cui viene ritrovato il cadavere del portiere del palazzo, completamente immerso nel proprio vomito) subito dopo aver confessato i loro sospetti sulla piccola So-Jin. La ragazza, infatti, sarebbe sotto l`influsso di uno spirito maligno, che le fa compiere strani fenomeni paranormali.
La pellicola si muove abilmente tra cliché ormai tipici degli horror orientali e colpi di scena mai banali e sempre al servizio della storia che, pur non brillando per originalità, offre spunti interessanti che riescono addirittura a trascendere il genere e diventare, a tratti, un vero e proprio film d`autore.
Nonostante la sua giovane età Lee Yong-Ju dimostra di avere un proprio taglio preciso ed originale che spesso e volentieri gli consente di risolvere le scene più complesse con maturità, scegliendo di non mostrare tutto e di lasciare all’immaginazione dello spettatore la creazione dell’orrore. Tutte le inquadrature e tutti i movimenti di macchina sono stati scelti accuratamente con estrema personalità, senza che si scivoli mai troppo verso il gore. Un film intelligente che dona nuova linfa al genere horror in generale e mostra una nuova via ai film horror orientali, che dopo il successo e il rinnovamento portato da autori del calibro di Hideo Nakata e Takeshi Shimizu si erano un po` eclissati nascondendosi dietro pellicole che sembravano più degli sbiaditi remake, che non dei film veri e propri.


CAST & CREDITS

(Bul-shin-ji-ok); Regia e sceneggiatura: Lee Yong-Ju; fotografia: Jo Sang-Yoon; montaggio: Kim Sang-Bum; musiche: Kim Sang-Bum; interpreti: Nam Sang-Mi, Ryu Seng-Ryong; produzione: Achim Pictures, Tiger Pictures; origine: Sud Corea, 2009; durata: 106’


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