Festa del Cinema 2007 - Noise - Premiere
Il rumore è fondamentalmente un’incomprensibile connessione, un sodalizio involontario tra un’identità inerte con un’altra presenza sconosciuta, invisibile e stordente.
Alla base della percezione, del concento immanente, del rumore c’è l’invadenza e come dice lo stesso protagonista, l’impotenza, il subire inesorabilmente una sgradita deformazione sensoriale. Ma se queste sonorità sono per loro natura asincrone e fanno parte del corredo organico della realtà, certo non appartengo a quel universo finzionale segnato dalla costruzione filmica hollywoodiana, dove nulla distoglie lo spettatore dal principio di totale immedesimazione e di attenzione della visione.
David Owen (Tim Robbins) è un professionista colto e affermato e vive con la compagna e la giovane figlia nella caotica New York. Il nostro protagonista nasconde una sorta di doppia identità, sotto la quale si cela il fantomatico “il Correttore”, personaggio che distrugge allarmi di auto e negozi che, con il loro frastuono, rappresentano per il protagonista un attacco violento alla pubblica quiete. Queste sue azioni rischieranno di mettere in serio pericolo l’unione della famiglia.
La trama che ricorda per certi versi il film di Bob Clark Turk 182, con il quale condivide alcuni punti, come l’identificazione del nemico nella persona del sindaco e l’idea di far esplodere la questione sociale con attacchi eclatanti e vistosi, supportati e acclamati dai cittadini. Nonostante ciò va comunque riconosciuta alla pellicola una certa originalità, soprattutto nella messa in scena. Fin dai primi fotogrammi, infatti, si intende la dinamica espressiva che sottende il film, che inizia con una lentissima panoramica sullo skyline newyorkese accompagnata da un normalissimo corredo musicale, quando in un attimo irrompe una potente distorsione sonora, un rumore disarmonico in conciliante con le immagini trasmesse e queste cambiano. Subito la telecamera comincia a vagare senza una linea vettoriale precisa, perduta nello spazio finchè non intercettiamo nel campo visivo il protagonista e il gesto che andrà a compiere.
Bastano questi pochi secondi iniziali per scoprire l’intento dell’autore, trasportare lo spettatore in quel universo sonoro che appartiene a David Owen e inconsapevolmente a qualsiasi abitante di una grande città, ma che risulta invisibile e non più percepibile. Per quel che riguarda gli elementi narrativi il film accusa alcuni momenti di caduta di ritmo, soprattutto per quel che riguarda le relazioni sentimentali, buoni ad allungare la visione ma che ne minano seriamente la sua organicità.
Bravi gli attori, su tutti un William Hurt, straordinario nell’interpretare il viscido e francamente "stronzo" sindaco, da antologia il toupet rosso che indossa. In definitiva Noise è una buona commedia senza pretese che vale il prezzo del biglietto.
(Noise) Regia: Henry Bean; sceneggiatura: Henry Bean; fotografia: Andrij Parekh; montaggio: Julie Carr, Martin Schmidt; musica: Phillip Johnston; scenografia: Kelly McGehee; costumi: Alex Alvarez; interpreti: Tim Robbins (David Owen), Bridget Moynahan (Helen Owen), William Hurt (Sindaco Schneer), Gabrielle Brennan (Chris Owen), María Ballesteros (Gruska), William Baldwin (Capo del gabinetto del sindaco); produzione: Seven Arts Pictures, Fuller Films; distribuzione: Noshame Films; origine: U.S.A. 2007; durata: 92’
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