Festa del Cinema di Roma 2007 - Extra - Forbidden Lie$

Quante facce ha una bugia?
Nel 2002 esce il libro Forbidden Love, dove si racconta la storia di Dalia, una giovane ragazza giordana uccisa dai propri parenti per una questione d’onore. Il libro, che diventa subito un best-seller in tutto il mondo, è scritto da Norma Chouri, la migliore amica di Dalia, che in un ultimo atto d’amore per l’amica decide di raccontare la sua storia. Norma fugge dalla Giordania e si impegna in una campagna di sensibilizzazione sulla condizione delle donne nel suo paese. Il suo coraggio le costa anche una fatwa.
Ma è tutto falso. Qualcuno comincia a mettere in dubbio la veridicità della storia di Norma; si trovano incongruenze tra la realtà e il romanzo, i tempi e i luoghi non tornano. La condizione delle donne giordane descritta da Norma pare inoltre molto più grave di quanto non sia in realtà, come se lei non conoscesse davvero la verità del paese. A questo punto il giornalista Malcolm Knox scopre che Norma in realtà si chiama Norma Bagain, vive a Chicago, è sposata e ha due figli. Ed è in fuga dall’FBI per una truffa da un milione di dollari.
Siamo stati presi in giro. Fino alla scoperta dell’inganno di Norma il documentario era un vero e proprio fake, incentrato sulla figura di questa eroina moderna e sulla sua testimonianza di verità. Improvvisamente arriva la doccia gelata, ‘this is not the truth’, e il documentario della Broinowski cambia drasticamente taglio. Ed è solo la prima delle trasformazioni; Forbidden Lie$ è un documentario multiforme, la cui efficacia sta sopratutto nella profonda ambiguità che la Broinowski affida al personaggio di Norma.
Norma parla direttamente con noi e con la Broinowski perché si è decisa a raccontarci la sua verità. La seguiamo in Giordania, dove torna per dare le prove della realtà della sua storia. La vediamo sottoporsi al test della macchina della verità, per dimostrarci che lei ha assistito a quei fatti, e che Dalia è esistita davvero.
Ma nella sua versione sbocciano mille approssimazioni, omissioni, reticenze. Ora la regia calca la mano non su chi dice la verità, ma su qual’è la vera verità. Quante sono le sfaccettature di una bugia. Scavando la Broinowski sembra quasi credere alla sempre più inverosimile storia di Norma, che racconta altri aspetti della sua storia, tira fuori sempre nuovi alibi e nuovi segreti. Iniziamo a perderci, non sappiamo più in che direzione stiamo andando. E a questo punto arriviamo alla terza trasformazione dell’impianto documentaristico di Forbidden Lie$, forse la più avvincente: ora il punto focale non è più chi dice la verità, e nemmeno qual’è la verità. Il personaggio di Norma diventa protagonista assoluto. Se prima ne era il fulcro, ora arriva ad incarnare il senso più profondo del testo. Apparentemente solo lasciandole spazio, la Broinowski fa un’analisi intima e stratificata della sua personalità. E’ una mitomane? E’ una truffatrice? E’ un’artista?
Un ritratto di una complessità entusiasmante, che ha il merito di creare una speciale empatia tra lo spettatore e Norma.
Lo spettatore ha la chiave. Forbidden Lie$ gli lascia la libertà di determinare la natura nascosta di ciò che vede. Deciderà lui come giudicare Norma, a chi credere. In un appassionante gioco di inganni, la natura molteplice della verità è affascinante quanto la straniante verosimiglianza della bugia.
(Forbidden Lie$ ) Regia: Anna Broinowski; soggetto: Anna Broinowski; fotografia: Kathryn Milliss, Toby Oliver; montaggio: Alison Croft, Vanessa Milton; interpreti: Norma Khouri, Malcolm Knox, Rana Husseini, Linda Mutawi (Dalia); produzione: Liberty Productions; origine: Australia, 2007; durata: 108’; www.forbiddenlies.com.au/

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