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Festa del cinema di Roma 2007 - In Prison My Whole Life - Extra

Pubblicato il 1 novembre 2007 da Luca Lardieri


Festa del cinema di Roma 2007 - In Prison My Whole Life - Extra

È la notte del 9 dicembre 1981, il ventisettenne Mumia-Abu Jamal, giovanissimo ministro dell’informazione delle Black Panther (famosissimo movimento che alla fine degli anni ’70 si batteva per l’emancipazione degli afroamericani), assiste accidentalmente ad una discussione tra suo fratello ed un poliziotto, quando improvvisamente, in seguito ad una colluttazione, vengono esplosi alcuni colpi di pistola. Mumia giace a terra, ferito, suo fratello shockato non fa altro che tremare, l’agente Daniel Faulkner è morto, riverso al suolo in una pozza di sangue. Da quel giorno, senza prove o quasi, e dopo un processo farsa durato pochissimo, Mumia si trova in un carcere della Pennsylvania, aspettando l’esecuzione della sua condanna a Morte.
Con un documentario intenso ed intelligente, come tanti se ne sono visti quest’anno nella sezione Extra della festa del cinema di Roma, Marc Evans indaga, lasciando solo alle immagini il commento, su una delle vicende americane più controverse degli ultimi trent’anni, che da circa un quarto di secolo sta dividendo gli USA e allungando l’agonia di Mumia, che dal braccio della morte continua a scrivere e a registrare interventi radiofonici per far conoscere la sua verità. La verità di una voce che non ha voce e che comunque viene messa a tacere da uno sciame di parole potenti e prevenute.
La cosa veramente interessante di In Prison My Whole Life è la conduzione di questa indagine attraverso due punti di vista differenti e alquanto distanti. Quello di Marc Evans, appunto, che ha vissuto gli anni dell’attivismo e della protesta politica per le pari opportunità delle minoranze e quella del giovane William Francome, cosceneggiatore del documentario, nato proprio quel 9 dicembre 1981 e che in prima persona fa un’analisi, attraverso il web e le canzoni hip hop da cui ha appreso il caso Mumia, di questi ultimi venticinque anni di vita carceraria del ministro dell’informazione delle Black Panther (ed è quindi sua la vita a cui si riferisce il titolo del film).
Nascono così due visioni, che pur non potendo essere le stesse, convergono in una unica direzione puntando un dito invisibile, ma neanche troppo, contro le istituzioni americane, che hanno perso di vista il succo di ciò che rende “grande” il loro Paese: la realizzazione del sogno americano garantendo a tutti, indipendentemente da razza, sesso e fede, pari opportunità. Ad affermare ciò nel documentario sfileranno importantissimi nomi della cultura, ufficiale e non, americana, come, per citarne alcuni, l’intellettuale Noam Chomsky, la filosofa Angela Davis, arrestata e assolta per l’omicidio del giudice Harold Haley, Snoop Dog, rapper di fama, noto per i suoi continui guai con la legge per droga, armi etc., ma anche per essere un sostenitore accanito dei diritti umani e soprattutto il Premio Pulitzer per il libro Il colore viola, Alice Walker.
In poche parole una pellicola interessante, intelligente e ben girata, la cui unica pecca è forse quella di offrire una visione che a tratti risulta essere un po’ troppo di parte, come spesso accade con film che trattano tematiche del genere e un documentario dovrebbe essere un po’ più freddo e distaccato checchè ne dicano i Mooriani. Per finire, una menzione speciale alle splendide musiche di Robert Del Naja (storico componente dei Massive Attack) e Neil Davidge, capaci di creare le giuste atmosfere del film che ben lo accompagnano durante il suo lungo percorso, riuscendo a non risultare mai invadenti.


CAST & CREDITS

(In Prison My Whole Life); Regia: Marc Evans; sceneggiatura: Marc Evans e William Francome; fotografia: Ari Issler; montaggio: Mags Arnold; musica: Robert del Naja e Neil Davidge; produzione: Livia Giuggioli-Firth e Nick Goodwin Self; distribuzione: Fandango; origine: UK/Usa, 2007; durata: 96’


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