Festa del Cinema di Roma 2007 - La terza madre - Conferenza Stampa
Qui, come anche nei precedenti episodi della trilogia, aleggia in tutta la proiezione una figura materna. Si parla di madri terribili, crudeli, assassine, qualcosa che richiama anche certa cronaca di questi tempi…
Dario: ‘Sinceramente tutto quest’aspetto sociologico non l’avevo pensato. Io volevo fare un film che raccontasse la bellezza e la bruttezza degli esseri umani., volevo solo filmare il male che improvvisamente esplode e si propaga in tutta la città… Io in realtà penso che tutta questa violenza attuale in realtà c’è sempre stata. Io penso ad esempio agli anni ’70, che erano anni terribili, pieni di violenza, e la gente non usciva nemmeno più di casa. Ora tutti sembrano essersi dimenticati, di quella violenza. La gente ha la memoria breve…
Il film nasce dal mio subconscio e dal mio inconscio. I miei film li faccio con una specie di scrittura automatica, come in una sgangherata seduta psicanalitica… ’
Come è stato tornare a dirigere Asia dopo 10 anni?
Dario: ‘Asia nel frattempo ha fatto un passo molto importante: è diventata regista di due film. Così me la sono trovata sul set che era una persona diversa, era molto più consapevole di cosa significasse girare un film… Non era narcisista come tanti attori, che guardano solo a loro, se hanno recitato bene allora credono che il film vada bene, mentre non sanno che invece bisogna lavorare insieme, tutti devono lavorare bene insieme perché venga bene un film... ’
Vedo nei suoi film qualcosa che è completamente assente negli altri film italiani. Parlo proprio a livello di riprese, la sua tecnica di regia sembra più americana che europea. Da dove viene?
Dario: ‘Beh, prima di tutto cominciamo col dire che gli americani spendono tanto per fare i film, mentre noi invece li spendiamo per fare le fiction… A proposito, sono dei prodotti invedibili… Il pubblico italiano si vede che lo considerano davvero imbecille. La fiction è la rovina del cinema italiano. I produttori con cui ho lavorato ai Masters of Horror una volta sono venuti qui e hanno visto qualcuno di questi prodotti, delle fiction italiane, e mi hanno chiesto come mai fossero così brutte. E io allora me lo sono chiesto e mi sono dato una spiegazione, il fatto che per girare queste fiction non si scelgono dei registi di cinema…
Per quanto riguarda il discorso sulla tecnica di ripresa, quando mi trovavo in America, sempre per i Masters of Horror, gli altri registi venivano sul set, mi guardavano lavorare, mi facevano domande. E non capivo perché, finché il mio aiuto regista non mi disse che venivano perché avevo uno stile differente dal loro, che volevano imparare. Volevano imparare il mio sistema. E io li ho allora li ho cacciati, dal giorno dopo non li ho fatti più venire sul set… se lo trovassero da soli uno stile nuovo… ’
Per Asia: ha ripreso il metodo di ripresa del padre, quando si trova a lavorare dietro la macchina da presa?
Asia: ‘Se avessi solo un’unghia del talento di mio padre… Sicuramente ho ereditato da mio padre un certo gusto, una certa estetica. Non italiana né americana… non so da dove viene. Diciamo che ho dei buoni geni.’
Dopo aver visto i due film dei Masters of Horror e questo mi è sembrato che tu sia diventato ormai senza freni, ovvero che ora ti dai una libertà espressiva che prima non ti davi, non ti autocensuri più… Sembra che la tua fantasia si sia completamente liberata…
Dario: ‘E’ vero. Dopo tanti anni, con i Masters of Horror, ho provato una sensazione bellissima che vorrei raccontarvi. Quando sono arrivato in America, per iniziare a collaborare per questa serie, ero un po’ frastornato perché non sapevo ancora cosa avrei fatto, cosa mi avrebbero chiesto, cosa avevano in mente esattamente… Invece i produttori mi hanno convocato in una stanza e mi hanno detto: ‘Tu il film fallo liberamente. Non ti taglieremo nemmeno un fotogramma.’ Che poi hanno censurato pure loro certe scene, una scena di sesso orale e quella di quando lei mangia il pene del ragazzo è un altro discorso…Però sul set mi hanno dato la mia libertà e questo è stato molto importante… Tra l’altro per le scene mi dispiace perché erano molto carine… ’
Una domanda per Asia: Ne La terza madre c’è un aspetto molto importante, quello melodrammatico… c’è una sofferenza, un abbandono che si concentrano tutti sul personaggio di Asia. Si tratta di un personaggio complesso, tormentato…
Asia: ‘Il mio personaggio si definisce una scienziata, perché crede solo in quello che vede e che tocca. C’è qualcosa di oscuro nascosto nel suo passato, poi si scoprirà nel film che è un segreto nascosto nella figura della madre… Era fondamentale creare un rapporto particolarmente intenso con l’attrice che l’avrebbe interpretata. Così ho chiesto a mio padre che fosse mia madre e impersonare mia madre nel film. Sapevo che avrebbe significato molto avere proprio lei in quei panni, e così è stato. Non solo mi è servito, ma poi ho rivisto mio padre e mia madre insieme dopo tanto tempo, si sono lasciati che avevo nove anni. Ora già non si parlano più, ma sul set andavano d’amore e d’accordo. Vederli mi ha emozionato, è stato molto bello… ’
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