FIREWALL - ACCESSO NEGATO

Ciò che risalta maggiormente all’attenzione dello spettatore è la straziante consapevolezza di trovarsi di fronte ad un prodotto commerciale confezionato ad arte. Niente, a partire dalla stereotipata caratterizzazione di ogni personaggio fino ad arrivare alle poche e comuni ambientazioni, sembra essere lasciato al caso. Il problema però nasce proprio attorno alla manualistica sceneggiatura e alla scolastica regia. Se il non lasciare nulla al caso fosse inteso come maniacale precisione e puntigliosità artistica, probabilmente il tutto risulterebbe naturalmente coerente; il problema sorge nel momento in cui la meticolosità di scrittura imprigiona la creazione dell’arte fino a trasformarla in mero esercizio accademico. In questo modo si assiste al dipanarsi della vicenda in un insopportabile quadretto familiare composto da un marito con una carriera di successo (Harrison Ford), da una moglie (Virginia Madsen) inutilmente amorevole il cui unico hobby, a suo dire, è prendersi cura del marito, da due figli, maschio il più piccolo e di poco più grande la femmina, e dall’immancabile cagnolino che non esita a dispensare affettuose feste ai componenti di questo stucchevole microcosmo. Ci si vuole mostrare un modello di famiglia perfetto e, questa formazione scelta con strategica pignoleria, più che donare naturalezza e veridicità, diviene la caricatura mal riuscita di un qualsivoglia nucleo familiare. Persino la banda dei “cattivi” è caratterizzata ad arte per riuscire a coprire ogni sfumatura della malvagità. Il farabutto per eccellenza è il criminale Bill Cox interpretato dall’attore inglese Paul Bettany, che coordina una squadra di “sempre meno infami”.
Lo sceneggiatore Joe Forte così, appare come uno scolaretto appena licenziato da un corso di scrittura creativa per il cinema nel quale ha acquisito le poche e semplici nozioni per creare un ambiente narrativo correttamente connotato.
Il film vorrebbe mostrarci come sia labile, a volte, il confine che separa il bene dal male, come ogni situazione possa mutare e ritorcersi contro i protagonisti in ogni momento, come esista una falla, un punto debole in ogni sistema. Riprendendo invece idee da altri film di successo, Harrison Ford diventa un Indiana Jones cittadino che, per svaligiare la banca per cui lavora e per cui progetta sistemi informatici anti-intrusione, non esita ad improvvisarsi aspirante McGyver facendoci credere di poter rubare milioni di dollari con il solo ausilio di brandelli di fax, parti di automobiline radiocomandate e i-pod di vecchia generazione.
Con la speranza di un finale quantomeno decoroso si rimane in sala, presto delusi da inutili pirotecniche esplosioni e da una conclusione degna della peggiore commedia dell’arte. La famiglia è ora felicemente riunita e il tenero cagnetto può tornare scodinzolando dai suoi padroncini. In questo crescendo rossiniano di ovvietà, riecheggia nella mente: “Amore e fede eterna si vegga in voi regnar!”.
(Firewall) Regia: Richard Loncraine; soggetto: Joe Forte; sceneggiatura: Joe Forte; fotografia: Marco Pontecorvo; montaggio: Jim Page; musica: Alexandre Desplat; scenografia: Brian Morris; costumi: Shuna Harwood; interpreti: Harrison Ford (Jack Stanfield), Paul Bettany (Bill Cox), Virginia Madsen (Beth Stanfield); produzione: Villane Roadshow Pictures, Beacon Communications LLC, Warner Bros, Pictures INC; distribuzione: Warner Bros. Italia; origine: USA; durata: 105’.
