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Four Lions

Pubblicato il 3 giugno 2011 da Giovanna Branca


Four Lions

Come succede con tutti gli eventi traumatici, non passa molto tempo prima che il cinema se ne impossessi e li rielabori. Ad oggi non si contano già più i film che si confrontano col tema del terrorismo internazionale, sia dal punto di vista delle “vittime”, sia cercando di fare propria la prospettiva dei “carnefici”: quei misteriosi individui che perseguitano l’immaginario collettivo della società occidentale, i terroristi islamici.
E’ invece abbastanza raro che un tema simile venga trasposto in commedia, come capita in Four Lions di Chris Morris. Tre amici musulmani inglesi di seconda generazione più un inglese convertito , e dunque perfettamente integrati nel tessuto sociale della Gran Bretagna, decidono di immolarsi per il Jihad contro gli infedeli, pianificando un attentato alla maratona di Londra. La peculiarità della trama sta nel ricalcare quasi pedissequamente uno degli schemi più rodati della commedia tradizionale: il gruppo di amici maldestri e simpatici che attraversano insieme un esilarante percorso di iniziazione per giungere al loro scopo finale – che sembrava irraggiungibile - con delle nuove consapevolezze. Si tratta quindi di toccare un tema di scottante attualità rileggendolo in chiave comica (e a tratti demenziale), con i mezzi forniti dalla tradizione: Omar è il più motivato e il più intelligente della banda, e trascina l’amico scemo Waj in un campo d’addestramento in Pakistan per diventare dei veri Mujahidin; i due saranno presto cacciati perché combinano una serie di divertentissimi casini (come bombardare un drone americano finendo per colpire i loro alleati talebani). Tornati in Inghilterra dopo questo iniziale fallimento decidono di continuare comunque la loro “missione per conto di Dio”, con una serie di trovate una più demenziale dell’altra: uno di loro che non vuole suicidarsi nella “guerra santa” cerca di addestrare un corvo a farsi esplodere al suo posto; il rapper della banda si mette a ballare con la vicina “Dancing in the Moonlight” mentre dovrebbe sorvegliare gli ordigni esplosivi e così via.
Un percorso di formazione che dovrebbe portare – nelle aspettative del pubblico – alla presa di coscienza finale che far saltare in aria degli innocenti non è la via giusta da intraprendere per questi amici scombinati e in fondo “buoni”. Ma l’insensatezza del terrorismo e della reazione uguale e opposta degli alleati occidentali non manca di incrinare le regole del gioco molto buoniste della tradizione, consegnando agli spettatori una satira che non cede infine al buon senso comune e porta i suoi presupposti alle estreme conseguenze. Si ride tanto, ma si fa tabula rasa di ogni aspettativa liberatoria finale, nella contemplazione divertita del tramonto di ogni possibilità di dare un senso agli eventi del nostro mondo.


CAST & CREDITS

(Four Lions) Regia: Chris Morris ; sceneggiatura: Chris Morris, Jesse Armstrong, Sam Bain, Simon Blackwell ; fotografia: Lol Crawley ; montaggio: Bill Sneddon; scenografia: Dick Lunn ; interpreti: Riz Ahmed (Omar), Nigel Lindsay (Barry), Kayvan Novak (Waj), Adeel Akhtar (Faisal); produzione: Warp Films ; distribuzione: Videa-Cde ; origine: ;Gran Bretagna durata:100’.


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