Roma 2015 - Freeheld
Certi film sono come la Croce Rossa: non puoi sparargli addosso. Freeheld è uno di questi. Pamphlet programmatico, schematico e a tesi, un po’ troppo semplicistico e di pasta televisiva, è indirizzato evidentemente a quella fascia di pubblico che ancora ha dei problemi nell’accettare l’idea che ci si possa voler bene anche tra due persone dello stesso sesso.
Nonostante un cast assortito in maniera tanto stramba da risultare quasi cult (Michael Shannon accanto a Steve Carell, tanto per fare un esempio), e una sincera, anche se fin troppo ingenua, denuncia contro certa spazzatura umana con cui gente onesta, buona e che paga le tasse deve purtroppo continuare a misurarsi per cercare di ottenere niente altro che una sacrosanta parità di diritti, contiene ahimè talmente poco cinema da fare fin quasi tenerezza. In sceneggiatura tutto risponde alle precise esigenze della fruizione basica ed elementare di un pubblico vicino al grado zero della visione, e al suo personale bisogno che ogni evento e sviluppo del racconto sia come minimo telefonato.
La storia è quella, realmente accaduta, di una coraggiosa e matura poliziotta del New Jersey che sogna la promozione e una vita felice insieme a una ragazzetta regolarmente rimorchiata durante una partita di pallavolo, e via via diventata sua fissa e fedele compagna di vita. Le cose si complicano con la scoperta di un letale cancro al polmone (un altro ruolo da malata terminale per Julianne Moore, meravigliosa come sempre, ma qui un po’ a risparmio dopo il recente Oscar per Still Alice, visto sempre qui a Roma l’anno passato): crolla ogni speranza di invecchiare insieme alla sua giovane compagna (Elleen Page, fresca di coming out anche nella vita reale), ma non quella di poterle almeno lasciare la casa acquistata da poco e che insieme hanno ristrutturato e arredato del loro amore. Ha inizio così una lunga, estenuante lotta per l’applicazione della legge che all’epoca (era il 2005) contemplava un simile diritto per le coppie di fatto, ma a discrezione dei legislatori locali. Lontano dalla potenza espressiva di un Milk o di un Dallas Buyers Club, Freeheld sceglie forse volontariamente la via della convenzione e della parabola semplice ed edificante, e va comunque salutato come una nuova testimonianza cinematografica in favore dei diritti più sacrosanti, consapevole di dover convincere lo zoccolo duro di una mentalità rozza e cocciuta con la quale è perfettamente inutile perdere tempo in sofismi e bellurie.
Va evidenziato almeno un buon momento di sceneggiatura che alla proiezione romana ha scatenato un applauso convinto: durante una turbolenta udienza che si concluderà con l’ennesimo rifiuto da parte della corte della contea di accogliere la richiesta delle due donne, interviene un giovane prete di pelle scura e mente aperta, che pronuncia le seguenti parole: "Ora vi citerò testualmente quello che nel Vangelo dice Gesù Cristo a proposito dell’omosessualità…" Tace per qualche secondo, poi continua: "Esattamente questo. Un bel niente!"...
(Freeheld); Regia: Peter Sollett; sceneggiatura: Ron Nyswaner; fotografia: Maryse Alberti; montaggio: Andrew Mondshein; musica: Hans Zimmer; interpreti: Ellen Page, Julianne Moore, Steve Carell, Michael Shannon, Zach Galifianakis; produzione: Endgame Entertainment; distribuzione: Videa CDE; origine: USA, 2015; durata: 103’