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Gli Innocenti

Pubblicato il 13 aprile 2007 da Andrea Esposito


Gli Innocenti

Gli innocenti è l’episodio conclusivo della ‘trilogia delle classi’ iniziata con La panchina (2001) e proseguita con L’eredità (2003). Come gli altri due film, vuole essere una rigorosa riflessione sulla società danese: così, ne La panchina Per Fly si fa portavoce degli strati più bassi della popolazione, mentre ne L’eredità racconta di un rampollo di una famiglia d’industriali dell’alta borghesia danese. Gli innocenti tratta invece della classe media, e verte sui complessi temi della colpa e del perdono, dell’amore e della perdita.
La storia è imperniata sulla figura di Carsten, un professore universitario che abbandona moglie e figli per continuare la sua relazione con Pil, sua ex studentessa ora affiliata ad un gruppo terroristico, in attesa di giudizio per l’omicidio di un poliziotto. Pil viene scarcerata e per lei e Carsten sembra sbocciare una nuova vita. Ma la moglie del poliziotto ucciso continua a tormentare i due, e la sua drammatica presenza getta Carsten in una devastante crisi di coscienza.
Gli innocenti, come i due film precedenti, è un dramma che racconta la società (e l’umanità) attraverso la rappresentazione di un lacerante dilemma individuale. I personaggi sono inchiodati alle proprie scelte e ugualmente in bilico sull’orlo del precipizio. Un’aura da tragedia greca pervade il film.
Gli innocenti getta uno sguardo nero e senza speranza (a tratti strindberghiano) sull’umanità, sui suoi valori e sulle sue debolezze. Sul piano strutturale, si tratta di un film estremamente focalizzato sul tema che lo origina, che sviluppa pochi sottotesti e quasi non apre altri segmenti narrativi oltre a quello principale. Piuttosto che svilupparsi per diramazioni, procede dritto per la sua linea. Proprio per questo suo scavare in profondità riesce a costruire un morbido ma potente crescendo, che esplica sempre con maggiore enfasi i dilemmi interiori dei personaggi.
La questione fondamentale che sta dietro al film sembra riguardare la libertà individuale: viene messo in dubbio il vero fine di queste scelte, la sua effettiva efficacia e la sua indipendenza dalla passione. Ci si chiede il senso dell’etica. Ci si chiede se si può essere liberi davvero.
A livello visivo, un suggestivo sistema di riflessi perpetra questo dubbio di prigionia interiore.
La realtà viene spesso vista dietro un vetro. Dietro quel vetro i personaggi sono spiati, sono preclusi allo spettatore. Le relazioni tra le cose si fanno remote, le separa una distanza insopprimibile. Ma alla base del dramma c’è ‘un’infrazione del vetro’, la violenza dell’omicidio del poliziotto: questa morte non può essere ignorata dalla società, e mette in moto il dramma. Ma c’è, parafrasando il discorso di Carsten al telegiornale, una violenza invisibile, sotterranea, che si svolge sempre dietro al vetro, e resta attutita e senza risonanza. Gli innocenti riesce a mostrare lo scandalo dell’effrazione di quel vetro ma allo stesso tempo il doloroso lavorio della violenza silenziosa, interiore. Esemplare a riguardo la sequenza in cui la moglie del poliziotto ucciso viene informata della tragica scomparsa del marito. Il suo dolore ci viene tenuto lontano, per certi versi inafferrabile, nascosto dietro alle finestre della sua casa attraverso cui osserviamo la scena. E’ una forma estrema di incomunicabilità, che ci rende trasparente ma intoccabile il carico di dolore dei personaggi. In questo drammatico schiaffo ci rendiamo consapevoli che ci è impossibile aiutarli. E’ impossibile sgravare la coscienza di Carsten, è impossibile l’espiazione di Pil, impossibile consolare la moglie del poliziotto.
Da questo forzato distacco, da questa prigionia sembra scaturire un profondo senso di pietà e compassione per le vicende umane. E’ per questo che dal suo dilaniarsi l’uomo risulta innocente, che sia vittima o carnefice.


CAST & CREDITS

(Drabet) Regia: Per Fly; sceneggiatura: Per Fly, Dorte Høeg, Kim Leona, Mogens Rukov; fotografia: Harald Gunnar Paalgard; montaggio: Morten Giese; musica: Hlfdan E.; interpreti: Jesper Christensen (Carsten), Pernilla August (Nina), Charlotte Fich (Lisbeth), Beate Bille (Pil), Vibeke Hastrup (Jette), Julie Ølgaard (Laerke); produzione: Zentropa Entertainments; distribuzione: Teodora Film; origine: Danimarca, 2005; durata: 103’; web info:


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