Handle me with Care

Road movie perché in fondo quella portata sullo schermo è la storia di un viaggio da un piccolo paesino dell’entroterra tailandese verso la grande metropoli (Bangkok), commedia surreale perché i due protagonisti vivono esperienze non proprio comuni a partire proprio dall’aspetto fisico che li contraddistingue, film romantico, infine, perché la storia d’amore, pur non pienamente compiuta e risolta, è sempre in agguato.
Kwan, è un ragazzo di campagna come tanti. Ha solo una particolarità: possiede tre braccia. Al liceo è campione di pallavolo, popolarissimo tra le ragazze e apprezzato da tutti, poi, abbandonata la realtà dorata dell’età scolastica, la sua peculiarità viene sempre più vista come una maledizione, un segno di cattiva sorte che lo esilia e lo pone in ridicolo tra i cittadini della piccola comunità. Alla morte della madre e del proprio sarto, alla ricerca di una normalità mai vissuta, decide di recarsi a Bangkok per un’operazione in grado di eliminare l’arto in eccesso. Nel suo viaggio conosce Na (interpretata dalla diva sexy Supaksorn Chaimongkol) una giovane ragazza dai grossi seni in cerca del marito scomparso. I due iniziano un percorso che li porterà a condividere desideri e paure sotto l’ombra di un sentimento che si avverte crescere sempre più.
La scelta di usare il road movie come struttura principale ma anche come contenitore delle numerose tracce e divagazioni presenti nel film è azzeccata. Il tema del viaggio permette di dare un qualche ritmo e un qualche ordine (non troppo) ad una storia che rischia più di una volta di perdersi. Pur trattandosi, infatti, di una pellicola assolutamente apprezzabile e divertente, lascia qualche dubbio la presenza di tanta carne al fuoco. Inserire in una storia già di suo piuttosto bizzarra e complessa (perché il braccio in più nel caso di Kwan così come i seni grossi di Na altro non sono altro che segni di una diversità che pone i due protagonisti ai margini, anche se per differenti motivi, delle loro rispettive comunità) così tante possibili variabili e tonalità costringe troppo spesso lo spettatore a lunghe pause narrative.
Forse proprio a questo è dovuta l’inaspettata freddezza con cui è stato accolto il film dal pubblico tailandese. Handle me with Care era, infatti, piuttosto atteso. Il regista, Kongdej Jaturanrasmee, al suo terzo lungometraggio, è considerato uno degli sceneggiatori migliori (conosciuto a livello internazionale grazie a Midnight my Love, suo secondo lavoro) e la sua unione con la GmmTaihub, importante casa di produzione, aveva suscitato parecchia curiosità. Come detto, il film è apprezzabile per il gusto di alcune sequenze, soprattutto quando si abbandona ad una narrazione semplice e lineare, ma si perde un po’ nel suo complesso quando si carica di eccessive pretese.
(Handle me with Care); Regia e sceneggiatura: Kongdej Jaturanrasmee; fotografia: Naruephol Chokkunapitak; montaggio: Pattamanadda Yukol; interpreti: Kerttikamol Lata, Supaksorn Chaimongkol; produzione: GMM Tai Hub Company Limited; origine: Tailandia 2008; durata: ‘123;
