I FILM DELL’ANNO 2006/2007

Come ogni anno vi proponiamo i film (apparsi nelle sale italiane dall’agosto 2006 al luglio 2007) più amati dalla nostra redazione.
1) The Departed: 42
2) Children of Men - I Figli degli Uomini: 27
3) Nuovomondo: 26
4) Babel: 25
5) Le vite degli altri: 24
6) L’amico di Famiglia: 21
7) INLAND EMPIRE: 20
8) Il labirinto del fauno: 17
9) Grizzly Man / Marie Antoniette: 16
10) Little Miss Sunshine: 14
11) Flags of our father - Letters from Iwo Jima: 13
12) Miami Vice: 12
13) The Prestige: 9
14) La Sconosciuta: 7
15) Cuori: 6
16) In memoria di me / Thank you for smoking / Lupin III - Il castello di Cagliostro: 5
17) Guida per riconoscere i tuoi santi / L’aria salata / Giardini in Autunno: 4
18) Le luci della sera / Come L’ombra / L’ultimo re di Scozia: 3
19) The good shepherd / Notturno Bus / 300/ Guido che sfidè le BR / The Queen: 2
20) L’arte del sogno / Spiderman 3 / Pirati dei caraibi - Ai confini del mondo / Zodiac / Pasolini-prossimo nostro: 1
LE CINQUINE DEI REDATTORI
Matteo Botrugno
1) INLAND EMPIRE (Opera d’arte totale, di wagneriana memoria).
2) Nuovomondo (Delizioso, poetico, intelligente. E tristemente sottovalutato).
3) Le vite degli altri (Una riflessione su un passato recentissimo e poco approfondito, infarcita da personaggi costruiti in maniera impeccabile e da una storia d’amore dai toni mai retorici).
4) In memoria di me (Mistico, doloroso, una grande metafora sulla vita e sulla fede, qualsiasi essa sia).
5) L’arte del sogno (Una tipica storia d’amore? Forse, ma difficilmente vista da questa angolazione surreale e onirica).
Mario Bove
1) L’amico di famiglia (Sorrentino conferma la sua crescita dopo il delicato noir a tinte calde Le conseguenze dell´amore. Geremia è uno dei personaggi più sordidi che si possano vedere in un film, a tratti diviene surreale. Cosa ci sarà nella busta che porta sempre con sé? Se parliamo di Sorrentino, il cinema italiano è in netta ripresa).
2) Little Miss Sunshine (Commedia amara, semplice ma brillante nei dialoghi, nelle situazioni, nell´intreccio, ancora una volta la morte dell´american dream. Stupendi il nonno eroinomane e la partenza "al salto" del furgone).
3) L’ultimo Re di Scozia (Un dramma basato su fatti storici, su come il potere corrompa gli ideali. Un po´ semplice l´idea, ma colpisce la silenziosa violenza in escalation dei colori. Questo film soffoca proprio come il vento caldo dell´Africa intriso di sangue, polvere da sparo e putrefazione).
4) 300 (Quasi due ore di sbudellamenti al rallenty, intervallati da machismo, addominali scolpiti e virilità della sconfitta. Ed una messa in scena spettacolarmente epica. I disegni hanno preso vita nel film o è la vita che si è impressa sulle tavole di Miller?)
5) Lupin III ed il tesoro di Cagliostro (Ventinove anni. Una volta ho organizzato un cineforum su Miyazaki solo per vedere Lupin sul grande schermo, anche se ho sempre sognato di diventare come Gemon. Ma poi col kimono sembravo più un lottatore di sumo. Ed ho desistito).
Sara Ceracchi
1) Miami Vice (Attesa decisamente ripagata, Miami Vice di Michael Mann è un film vibrante ed entusiasmante da ogni punto di vista, dalla tecnologia, allo stile, alla trama, alle incredibili storie di backstage).
2) La Sconosciuta (Tanto di cappello all’ultima fatica di Tornatore, in grado di smentire per sé le dichiarazioni di Tarantino a proposito del nostro cinema. Il film da una parte affonda nel fango più nero, non facendo sconti a niente e a nessuno, dall’altra è spettacolo puro, quello in grado di lasciare lo spettatore davvero senza fiato).
3) The Departed (Almeno terzo il mio Scorsese, purtroppo anche lui premio Oscar oramai. Un film, un remake, che avrà quasi tutti gli ingredienti del grande Martin, tranne però quella ruvidezza che ha reso mito il suo cinema migliore).
4) The Good Shepherd (Ottima prova registica per Robert De Niro. Una pellicola appassionata, forte, godibile, giusta per riflettere sui tempi che viviamo alla luce del passato).
5) Spiderman 3 (Una gioia per gli occhi l’ultimo Uomo Ragno di Sam Raimi, tecnologia e creatività alla massima potenza, giustamente ben ripagata da chi al cinema vuol soprattutto divertirsi).
Nicola Cordone
1) The Departed
2) Babel
3) Le Vite degli altri
4) The Queen
5) Pasolini-prossimo nostro
Fabrizio Croce
1) Babel (Perchè dimostra come il cinema abbia ancora la forza di parlare di dolore, solitudine, rabbia con una sincerità disarmante).
2) Nuovomondo (Perchè dimostra che il cinema italiano possiede ancora immaginazione).
3) I Figli degli uomini (Perchè dimostra che l’utopia è sporca, insanguinata, arrabbiata).
4) L’amico di famiglia (Perchè dimostra che il cinema italiano possiede ancora cattiveria).
5) Il labirinto del Fauno (Perchè dimostra quanto le favole sappiano dire ancora la verità sugli uomini e sulla loro Storia).
Marco Di Cesare
1) INLAND EMPIRE
2) Il labirinto del Fauno
3) Miami Vice
4) Lupin III - Il castello di Cagliostro
5) L’amico di famiglia
Carlo Dutto
1) Children of men - I figli degli uomini / Marie Antoniette (Due film agli antipodi, ma che a modo loro ridanno linfa vitale al Cinema. Il film di Cuaron perchè precorre i tempi, sconvolge, scuote, ravviva, con un gusto per la visione raro e coinvolgente. L’opera non-solo-pop di Sofia Coppola mantiene le promesse: la figliola pervicacemente insegue una personale, gustosa idea di cinema sui generis. Chiamasi Autori).
2) Giardini in autunno (Un film sottovalutato alla Festa del Cinema di Roma e mal pubblicizzato all’uscita nelle sale. Un inno alla vita, che mantiene uno spirito goliardicamente folle in chiave anarcoide, attraverso lunghi, sinuosi movimenti di macchina. L’interpretazione in abiti femminili di Michel Piccoli, avvolto da una straniante aura magica, è da cineteca).
3) Grizzly man (Perchè Herzog con un candore unico nel panorama del cinema globalizzato e mercificato, regala una perla per sognare e piangere, con la delicatezza della mano di un pittore).
4) L’aria salata / L’amico di famiglia (Perché Angelini e Sorrentino dimostrano, con storie tanto diverse quanto coraggiose e grazie ad attori in stato di grazia, che il cinema italiano è vivo e vegeto e respira l’aria di un rinnovamento epocale, in barba a chi da sempre ne decreta la morte).
5) Le vite degli altri (Perché - recentemente - mai fu più spiazzante un’opera prima).
Andrea Esposito
1) INLAND EMPIRE (Per la stanza numero 47).
2) Babel (Per la scena della discoteca vista dalla prospettiva della ragazza sordomuta).
3) Le luci della sera (Per ciascuno dei primi piani di Koistinen).
4) The Departed (Per la sequenza dell’ascensore).
5) In memoria di me (Per il dialogo tra Filippo Timi e Christo Jivkov nella chiesa).
Giampiero Francesca
1) Thank you for smoking
2) Nuovomondo
3) The Departed
4) Le vite degli altri
5) I figli degli uomini
Ramon Gimenez De Lorenzo
1) Le vite degli altri (stracciatella).
2) Nuovomondo (cioccolato fondente).
3) L’Amico di famiglia (pistacchio).
4) Il labirinto del fauno (variegato all’amarena).
5) Babel (limone).
Simone Isola
1) Flags of Our Fathers / Letters From Iwo Jima
2) Babel
3) The departed
4) Children of man
5) Le vite degli altri
Alessandro Izzi
1) Nuovomondo di Emanuele Crialese e L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino (Al di là dei sacrosanti proclami tarantiniani sulla morte del cinema italiano e delle utopie di Bertolucci e dei suoi cento autori sono due film che ci dimostrano come IL nostro cinema sia ancora capace di pensare, di dire e di sognare).
2) I figli degli uomini di Alfonso Cuaron (Quando la fantascienza è più reale del reale: uno dei capolavori più affascinanti di questi ultimi anni).
3) Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro (L’anima oscura Della favola che si confronta con l’orrore Della storia. Un gioiello di rara finezza).
4) Babel di Inarritu (Tanto per continuare a dimostrare la vitalità impressionante del cinema messicano: un film splendido e dolente).
5) Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck e Little Miss Sunshine (Hanno poco a che vedere l’uno con l’altro, ma lasciano entrambi uno strano sentore di Verità che va al di là della finzione cinematografica).
Menzione speciale (fuori concorso) per Lady in the water di Shyamalan (Perchè nella sua palese imperfezione e nei suoi numerosi difetti resta un tentativo appassionato ed appassionante di ritornare ad un modello di narrazione emotivo in cui alla "liquidità" del racconto si unisce anche la preoccupazione "adulta" sull’orrore della banalità del quotidiano).
Luca Lardieri
1) Babel (Perchè è un film forte e delicato al tempo stesso, nonché estremamente inelligente e magistralmente diretto).
2) Little Miss Sunshine (Perchè dimostra che basta avere una bella idea per fare un ottimo film).
3) The Departed (Non ha bisogno di commento).
4) I Figli degli uomini e Il Labirinto del Fauno (Fantascienza, fantasy, poesia ed espressività all’ennesima potenza).
5) Le Vite degli Altri e Nuovomondo (Anche l’Europa ha il suo grandissimo esempio di cinema).
Nicola Lazzerotti
1) The Departed (Il maestro è tornato, film meraviglioso, non ci sono dubbi).
2) Miami Vice (Se esce un film di Michael Mann, per me va in classifica a prescindere - decisione presa 27/7/06 dopo aver visto l’anteprima).
3) I Figli degli uomini (Inquietante, lucido e straordinariamente girato).
4) Notturno Bus (Perchè è un ottimo mix di noir, commedia e thriller insieme).
5) Little Miss Sunshine (Per l’infinita dolcezza e senso di benessere che mi ha trasmesso).
Gaetano Maiorino
1) The Prestige (Nolan ancora una volta smonta la sua storia nello spazio e nel tempo. Nasconde la realtà fino all’ultimo fotogramma creando un piacevolissimo inganno).
2) Flags of Our Fathers / Letters From Iwo Jima (Perchè gli eroi vanno ricordati, ma non c’è nulla di eroico in una guerra, da qualsiasi lato la si combatta, e chi non vuol essere celebrato deve essere rispettato).
3) La sconosciuta (La speranza che lotta per non morire e porta alla disperazione più totale. Una triste realtà raccontata da un eccezionale Tornatore).
4) L’aria salata (Un magnifico Giorgio Colangeli in uno scontro tra un padre e un figlio che diventa dolorosa catarsi. Un segnale forte di grande vitalità per il nuovo cinema italiano).
5) Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo (Per non dimenticare che esiste anche il cinema di puro intrattenimento e può essere uno stupendo spettacolo per gli occhi).
Alfonso Mastrantonio
1) The Departed (Perché è Hollywood al suo meglio, e perché Hollywood finalmente se n’è accorta).
2) Guida per riconoscere i tuoi santi (Perché oggi, per raccontare un’altra storia di adolescenza difficile, l’unico modo è forse lasciar spazio al caotico irrompere delle emozioni).
3) Come l’ombra (Perché Milano, spogliata del Duomo e dei navigli, è stata raramente così vera e così protagonista in un film).
4) The Prestige (Perché Nolan continua ad affinare il suo gioco di matrioske tra autorialità e intrattenimento).
5) L’Amico di famiglia (Perché, cinico e terribilmente imperfetto come Geremia, il cinema di Sorrentino continua ad essere tremendamente gustoso).
Salvatore Salviano Miceli
1) Il Labirinto del fauno (Si spengono le luci in sala ed inizia un viaggio, lungo una direttrice orizzontale, che invita lo sguardo a perdersi in un meraviglioso universo di simboli. Tra verità storiche ed elementi magici, Del Toro apre le rigide strutture della fiaba dando vita ad un grandissimo film)
2) Grizzly Man (Non passa attimo senza che Herzog non riempa - sembra proprio un’operazione fisica - il suo lavoro di una energia che è cinema e vita allo stesso tempo. A chi pretende risposte il grande regista offre stupore. Un’opera da vedere senza soluzione di continuità)
3) Children of men – I figli degli uomini (Grandissima regia per un film che funziona, e molto bene anche, sia visivamente che ad uno stadio al contempo più intimo ed universale. Splendide le raffigurazioni, al limite dell’iconografico, di dolore, sofferenza e di una speranza che almeno per un attimo sembra riunire un’umanità sempre più dilaniata.)
4) The Prestige (Pochi registi possiedono la capacità di affascinare con ogni singola inquadratura. Nolan è uno di questi. Dirige due ottimi interpreti e costruisce una gran bella parabola umana.)
5) The Departed (Corrono i primi secondi del film ed è impossibile non riconoscere la mano di Scorsese. Non serve aggiungere motivazioni. Basta guardare senza inutili pregiudizi e cerebralismi)
Fabiana Proietti
1) Marie Antoniette (Perchè il biopic della Coppola in chiave di opera rock è esemplare del suo stile romanticamente pop).
2) The Departed (Perchè Scorsese realizza un remake riappropriandosi del modello originario che ha ispirato il cinema orientale di genere, proponendo al tempo stesso una riflessione amara sull’America contemporanea).
3) Cuori (Perchè Resnais dimostra che a 85 anni si può ancora ’trovare’ qualcosa. E aggiunge ai suoi capolavori un’opera lieve e rarefatta come la neve).
4) In memoria di me – L’amico di famiglia Un ex aequo per i due film italiani più belli della stagione. Perchè i due registi, al contrario di tanti altri connazionali, non dimenticano che il cinema si fa con le immagini e non con le parole).
5) Zodiac (Perchè Fincher, dopo aver ’creato’ con Seven il thriller moderno, fa marcia indietro e guarda al cinema d’indagine anni 70. Un’indagine che è ossessivo bisogno di verità e requiem elegiaco per un mondo perduto).
Giovanni Spagnoletti
1) INLAND EMPIRE
2) Grizzly Man
3) Nuovomondo
4) The Departed
5) Marie Antoniette
Una stagione cinematografica sfortunata la mia: tra impegni di lavoro e incidenti vari ho visto pochissimo di quanto uscito nei cinema italiani, tra l’altro ho perso il dittico di Eastwood (Flags of our father - Letters from Iwo Jima) o il sacro Resnais (Cuori). Babel e L’amico di Famiglia sono dei buoni film ma forse inferiori alle opere precedenti di Iñárritu e Sorrentino, Pasolini-prossimo nostro e L’aria salata due notevoli opere di nicchia e con Thank you for smoking mi sono, comunque, divertito un sacco…
Alessia Spagnoli
1) Grizzly Man (Fedele all’assioma dostoevskijano secondo cui “L’uomo è un mistero. Il mistero deve essere svelato”, lo sguardo razionale di Herzog fa vibrare per contrasto l’opera cinematografica più emozionante dell’anno. Cinema mistico d’impareggiabile suggestione: più di mille In Memoria di Me).
2) Marie Antoniette (Un capolavoro vero, di cui in pochi sembrano essersi accorti, forse a causa della levità del tocco da maestra acquisito dalla giovane Coppola. Pop? Può darsi, ma anche Rossellini… )
3) The Departed (Non basta la singola visione per apprezzare gli innumerevoli rivoli contenutistici e formali in cui si “diparte” quest’altra perla sottovalutata. Al di là del film di genere. Come per Mann, ma meglio di Mann).
4) Lupin III e Il Castello di Cagliostro (Miyazaki è puro piacere cinetico. In ogni forma, in ogni senso. E fin dal principio).
5) I Figli degli Uomini (Altra opera folgorante – per regia e tematica – forse troppo destabilizzante per l’oggi e il cui valore seminale verrà compreso solo tra qualche anno, probabilmente. Oggi finisce necessariamente ridimensionato: ma è l’istantanea più fedele dei nostri tempi).
A pensarci bene, nell’anno della delusione Forman, i protagonisti di questi film sono tutti straordinari outcasts, come avveniva per i “bei tempi” del cineasta ceco.
Antonio Spera
1) I figli degli uomini (La straordinaria prova di regia di un Autore che conferma sempre più il suo talento).
2) Little Miss Sunshine (Leggerezza, tenerezza ed intelligenza in una commedia sociale ben scritta ed interpretata magistralmente).
3) Cuori (Profonda e divertente opera di un maestro del cinema).
4) Le vite degli altri (La sorpresa dell’anno: un film compatto che sfiora la perfezione).
5) Marie Antoniette (Sofia Coppola “in costume”, senza perdere la sua originale modernità).
Edoardo Zaccagnini
1) Le vite degli altri (Coinvolgimento e ripasso. Lezione ed
esperienza di visione. Un film che fila liscio e lascia tanto gusto in
bocca. Una perplessità di base ma oscurata da tutto il resto. Primo
perchè opera prima).
2) Flags of our fathers/Letters from Iwo Jima (Non solo per il suo
valore specifico, certo alto, ma perchè Clint ha dato prova di essere
il più serio e maturo tra i migliori registi del mondo. Già da qualche
anno. Non il suo miglior film, ma vicino ai livelli più alti).
3) The departed (Per il grande mestiere, la capacità di fare quel cinema che egli stesso ha contribuito a rendere classico... )
4) Guido che sfidò le br (Per aver compiuto un atto necessario, pur tra limiti e grossolanità).
5) Nuovomondo (Per aver provato a fare qualcosa... Nuovo mondo: tentativo).
