I love Shopping

Quel momento, quell’istante in cui le tue dita si chiudono attorno ai manici di un sacchetto lucido e ancora perfettamente liscio, e tutte le fantastiche cose nuove al suo interno diventano tue, a cosa si può paragonare?
Oniomania; Quel desiderio irrefrenabile di entrare in un negozio, di comprare abiti, scarpe, accessori, la smania di possedere ogni genere di nuovo bene di consumo, frenesia in grado di farti adorare un brand, innamorare di un manichino firmato Yves Sant Laurent, Prada, Gucci. Il desiderio compulsivo di fare acquisti, volgarmente shopping-dipendenza, shopaholism. Dalle pagine di Sophie Kinsella la parodia di questa ebbrezza da Fifth Avenue arriva sul grande schermo nell’omonimo I love shopping di P.J.Hogan, una commedia frizzante e colorata in cui fashion e glamour dominano la scena.
Parlando di moda, di grandi firme, di haute couture e riviste Prêt-à-porter, anche si in chiave divertita ed ironica, la foggia della pellicola di P.J.Hogan non poteva che esser questa. Upper east side newyorkese, sfarzo, colori sgargianti, vestiti ed accessori dalla bellezza accecante indossati da interpreti altrettanto belli e glamour. La distanza che separa questo mondo incantato dalla realtà, la vita da copertina dal lavoro nella redazione di un giornale di giardinaggio, nel caso della Rebecca Bloomwood del film, è lo spunto di partenza di I love shopping. Sia dal punto di vista narrativo, la volontà della protagonista di arrivare a scrivere per Alette, guru dei periodici di moda, che da quello sostanziale infatti è lo scarto fra questi due mondi a scatenare le situazioni più divertenti e, al tempo stesso, a metter le basi per le più profonde riflessioni. Se infatti una pellicola come I love shopping può apparire, a prima vista, un semplice divertissement, un buon modo per trascorrere un paio d’ore in allegria, a ben guardare rappresenta, con un tempismo quanto meno sospetto, un improvviso ravvedimento sul tema delle spese folli, del indebitamento, dell’uso smodato delle carte di debito. Lo stesso ruolo assegnato a Rebecca all’interno della redazione di Far fortuna risparmiando, scrivere in modo concreto e diretto alla massa su come proteggersi dagli scherzi delle banche e dai giochi dell’alta finanza, pare quanto meno sospetto. Sarà un caso ma quest’improvvisa marcia indietro, questa critica sarcastica al consumo sfrenato e senza senso (uno dei mantra di Rebecca è proprio compra solo ciò che ti serve davvero) arriva in contemporanea con una delle crisi economiche più dure che il mondo moderno abbia mai conosciuto. Crisi nata proprio da questo sistema di indebitamento collettivo. Come dimostra in modo ovviamente caricaturale e divertente la pellicola di P.J.Hogan non era poi così difficile negli States contrarre debiti per decine di migliaia di dollari con le banche. Istituti che, fiduciosi nei loro clienti, prestavano quasi senza alcuna garanzia, trovandosi poi magari a dover inseguire i propri clienti per riavere indietro il proprio prestito. Cosa che puntualmente accade in I love shopping, con il buffo Derek Smeath alla caccia della bella e spendacciona Rebecca.
Al di la delle riflessioni e delle piccole o grandi ipocrisie l’operazione voluta da Jerry Bruckheimer appare decisamente riuscita. Godibile e divertente, ben interpretato da Isla Fisher e Hugh Dancy e arrochito dai camei esilaranti di John Goodman e Joan Cusack, padre e madre di Rebecca,I love shopping sembra esser l’ennesima dimostrazione di quanto i prodotti americani, anche quando non particolarmente originali, riescano spesso nel loro intento. In questo caso, divertire.
Giampiero Francesca
(Confessions of a Shopaholic) Regia: P.J. Hogan;Sceneggiatura:Tracey Jackson, Tim Firth, Kayla Alpert, tratto dai romananzi "Confessions of a Shopaholic" e "Shopaholic Takes Manhattan" di Sophie Kinsella; fotografia: Jo Willems ; montaggio: William Goldenberg; costumi: Patricia Field; interpreti: Isla Fisher, Krysten Ritter, Stephen Guarino, Hugh Dancy, Joan Cusack, John Goodman; produzione: Touchstone Pictures, Jerry Bruckheimer Films; distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures; origine: Usa 2009; durata: 104’;
