X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



I più grandi di tutti

Pubblicato il 4 aprile 2012 da Giovanna Branca
VOTO:


I più grandi di tutti

Bisogna riunire una band che non suona più insieme da anni, rintracciare ad uno ad uno tutti i componenti e convincerli a tollerarsi a vicenda per un’altra - l’ultima - volta. Il nome della band però non è The Blues Brothers ma Pluto; il luogo dell’azione non Chicago, Illinois, bensì Rosignano: Toscana.
Il secondo lungometraggio di Carlo Virzì, I più grandi di tutti, è una commedia a tema rock’n’roll che racconta la reunion di un piccolo gruppo, i Pluto appunto, mai toccato dal successo e ormai inattivo da dieci anni, rimesso insieme per la volontà di un ricchissimo fan divenuto giornalista musicale e che vuole realizzare un documentario su di loro per un’antologia sul rock italiano e organizzare un ultimo concerto per celebrare i “fasti” del passato. Il primo ad essere rintracciato è Loris Vanni (Alessandro Roja), batterista ormai accasato – ha moglie e figlio – e che vive di lavori precari. Poi arriverà il cantante Maurilio, detto Mao (Marco Cocci), rimasto fedele allo “spirito rock’n’roll”; la bassista Sabrina (Claudia Pandolfi) ed il chitarrista Rino (Dario Cappanera) diventato operaio a tempo indeterminato. Il film è disseminato di citazioni – su tutti i Blues Brothers, chiamati in causa anche dalla famosa battuta sulla missione per conto di Dio – ma soprattutto di strizzate d’occhio ai fan musicali: dalla magliettina di Daniel Johnston indossata da Loris (a sua volta la stessa di Kurt Cobain) al concerto sui tetti in stile Beatles, fino ai richiami al panorama musicale italiano: gli Afterhours, i Litfiba, il cammeo di Frankie Hi-Nrg nel ruolo di Saverio. E da non dimenticare anche la piccola parte di Catherine Spaak nel ruolo della madre di Corrado, il fan-giornalista.
L’operazione di Virzì è in gran parte riuscita, vanta delle trovate molto divertenti ed è visibilmente il frutto di una passione sincera; il regista stesso è infatti un musicista: ha fatto parte di un gruppo e ha realizzato le colonne sonore di un gran numero di film del fratello Paolo, oltre che ovviamente le musiche di questo suo lavoro. A tratti purtroppo I più grandi di tutti dà però una sensazione di artificiosità: non riesce a rendere sempre verosimile la genuinità regionalistica dei nostri: a differenza che nei film del fratello del regista, il dialetto Toscano risulta alle volte forzato e ingombrante. Ma più di tutto la falla è la recitazione: se Claudia Pandolfi è perlopiù brava come sempre , Alessandro Roja – nella parte del protagonista – non lo è affatto, e se a Marco Cocci la parte del leader sregolato e donnaiolo si adatta bene, la sua recitazione è un po’ irritante.
Ad ogni modo I più grandi di tutti costituisce una piacevole deviazione dai temi ricorrenti del cinema italiano ed un passo in più per l’affermarsi di un regista, Carlo Virzì, che sembra tenere in serbo storie molto più interessanti delle turbe pre-adolescenziali del suo esordio.


CAST & CREDITS

(I più grandi di tutti) Regia; sceneggiatura: Carlo Virzì; fotografia: Ferran Paredes Rubio; montaggio: Simone Manetti; musica: Carlo Virzì; scenografia: Roberto De Angelis; interpreti: Alessandro Roja (Loris), Marco Cocci (Mao), Claudia Pandolfi (Sabrina), Corrado Fortuna (Ludovico); produzione: Indiana Production Company, Motorino Amaranto, Eagle Pictures, Rai Cinema; distribuzione: Eagle Pictures; origine: Italia; durata: 100’.


Enregistrer au format PDF