X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Il bacio che aspettavo

Pubblicato il 27 agosto 2007 da Fabiana Proietti


Il bacio che aspettavo

Il bacio che aspettavo segna l’esordio alla regia di Jonathan Kasdan, figlio di Lawrence, autore di film epocali come Il grande freddo, di noir magistrali come Brivido caldo e di ‘commedie drammatiche’ come Turista per caso e lo stesso The Big Chill.
Anche Kasdan figlio mostra nella sua opera prima la propensione per un cinema di scrittura – è anche sceneggiatore – che privilegia i rapporti tra i personaggi e soprattutto tra i sessi, come accadeva nelle succitate pellicole paterne.
In the land of women (questo il titolo originale, e programmatico, del film) è infatti un lavoro imperniato quasi interamente sui dialoghi, che sviluppano relazioni tra i protagonisti e vanno a determinare un plot molto semplice: il ritiro di un giovane di Los Angeles nella provincia del Michigan dopo una delusione sentimentale ed una crisi creativa.
Un soggetto che ricorda, nelle sue linee essenziali, anche il recente Elizabethtown di Cameron Crowe, venendo a stabilire delle coordinate per la nuova commedia di provincia, in cui la piccola città immersa nel verde, e contrapposta alle metropoli alienate dove il singolo smarrisce la sua identità, si rivela incredibilmente efficace per lenire le ferite dell’animo.
Ma se nel film di Crowe il viaggio nella provincia americana era segnato da scene briose, accompagnate da una vivace ed orecchiabile – per quanto eccessiva – colonna sonora e da un montaggio veloce delle scene, il film di Kasdan risulta molto più scarno, intimista e rivolto al dramma. E soprattutto, mentre Crowe osserva la rinascita del suo protagonista maschile, Jon Kasdan ne fa uno strumento ai fini dell’esplorazione dell’universo femminile.
Da iniziale protagonista, il giovane Carter, interpretato dal divo di The O.C., Adam Brody, diventa pian piano il custode delle confessioni sempre più private delle donne che lo circondano in questa nuova dimensione: centrali diventano allora, piuttosto, i rimpianti della donna matura Sarah, (Meg Ryan), alle prese con una vita fintamente felice e una grave malattia, e la rabbia dell’adolescente Lucy (la giovane Kristen Stewart, già vista come figlia di Jodie Foster in Panic Room), in perenne conflitto con la madre.
Al personaggio maschile spetta il compito di ascoltare l’ininterrotto flusso di coscienza delle donne, le loro paure e i loro sentimenti, con uno stato d’animo prossimo all’innamoramento (platonico) che sembra appartenere per primo all’autore.
In the land of women si allontana dunque dalla commedia romantica, dai giochi del destino con immancabile happy end, liberandosi così della rigidità degli schemi imposti al genere e andando alla ricerca di nuovi canoni espressivi.
Ma se il tentativo è ammirevole gli esiti non sono, tuttavia, particolarmente felici. La libertà di scrittura ricercata da Kasdan non è ancora stata raggiunta e spesso i dialoghi del film – soprattutto in virtù del ruolo primario che ricoprono nella pellicola – risultano banali, senza raggiungere quella profondità che l’autore vorrebbe conferirgli, risultando a tratti persino imbarazzanti.
E’ il difetto principale del film: oscillare tra una pretesa maturità di pensiero – specie nella ‘parabola’ di Sarah, acuita dalla drammaticità dei temi toccati – ed una sostanziale ottica adolescenziale, evidente nel clima da teen movie delle scene dedicate a Lucy e ai suoi problemi amorosi, senza mai trovare davvero un punto di contatto.


CAST & CREDITS

(In the land of women), Regia e sceneggiatura: Jonathan Kasdan; fotografia: Paul Cameron; montaggio: Marty Levenstein, Carol Littleton; musica: Stephen Trask; interpreti: Adam Brody (Carter Webb), Meg Ryan (Sarah Hardwicke), Kristen Stewart (Lucy Hardwicke), Olympia Dukakis (Phyllis), Dustin Milligan (Eric Watts); produzione: Anonymous Content, Warner Independent Pictures, Land Films Inc., Castle Rock Entertainment; distribuzione: Moviemax; origine: Usa, 2006 ; durata: 98’ ; Sito Web


Enregistrer au format PDF