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Il treno per il Darjeeling

Pubblicato il 1 maggio 2008 da Salvatore Salviano Miceli


Il treno per il Darjeeling

Le relazioni familiari ed i rapporti, inevitabilmente particolari, che il legame parentale comporta, da sempre sono centrali nella cinematografia (I Tenenbaum su tutti) di un regista tanto particolare quanto spregiudicato nella sua architettura narrativa come Wes Anderson.
In The Darjeeling Limited (il titolo riprende una qualità di the indiano) è il viaggio in India di tre fratelli ad essere portato sullo schermo. Senza mai perdere quella patina ironica su cui Anderson costruisce i suoi film, in questa sua ultima fatica si rintraccia una speciale malinconia, mai portata agli estremi, ma a cui spetta il non facile compito di cucire i momenti chiave di una sceneggiatura alquanto complessa.
Lungo i binari diretti verso il deserto del Rajasthan, a bordo di un treno che sembra uscire direttamente dalla caleidoscopica inventiva scenografica del regista (e di Mark Friedberg), Adrien Brody, Owen Wilson e Jason Schwartzman (qui anche co-sceneggiatore) sono tre fratelli che tentano, chi con più e chi con meno convinzione, di ricostruire un rapporto interrottosi un anno prima, alla morte del padre. A questo si aggiunge la ricerca della madre diventata suora e rifugiatasi in un monastero.
I tre attori con le loro diverse fisicità danno vita a personaggi fortemente tipizzati, tra loro assai distanti. È l’incontro/scontro di questi molteplici caratteri a costituire il principale motore dell’azione. Ognuno, con i suoi tic e le sue manie, porta con sé un modo unico di affrontare la vita e, soprattutto, di porsi davanti ad un lutto mai elaborato ma iscritto dentro infiniti cimeli, ricordi, sensazioni e rifiuti.
La stessa mdp di Anderson procede attraverso le spirali di una visuale prettamente psicologica, preferendo ad una scala gerarchicamente ordinata di piani subordinati un respiro più orizzontale, senza improvvise cesure, ma con passaggi morbidi e ragionati. Anche per questo il regista ha preteso di girare su di un vero treno (ricostruito secondo le esigenze del direttore della fotografia) in movimento, con le chiare difficoltà logistiche che una scelta del genere comportava. Ben vengano però i problemi realizzativi se poi il risultato, che non sarebbe potuto essere il medesimo, è cosi soddisfacente.
Propedeutico al film vero e proprio, è il corto, con Jason Schwartzman e Natalie Portman, proiettato subito prima della pellicola*. Piccolo gioiello di eleganza e sarcasmo, il breve lavoro costituisce un antefatto del lungometraggio vero e proprio. Non sarà distribuito in sala durante le normali proiezioni (ed è un peccato) ma sarà inserito, come lo stesso regista ha tenuto a fare sapere, nell’edizione in dvd.
Film sicuramente alla Wes Anderson The Darjeeling Limited, ma che lascia presagire una maturità tutta nuova dell’autore.

*ndr. così accadeva durante la proiezione veneziana


CAST & CREDITS

(The Darjeeling Limited) Regia: Wes Anderson; sceneggiatura: Wes Anderson, Roman Coppola, Jason Schwartzman; fotografia: Robert Yeoman; montaggio: Andrei Weisblum; musica: Randall Poster; scenografia: Mark Friedberg; costumi: Milena Canonero; interpreti: Adrien Brody (Peter), Owen Wilson (Francis), Jason Schwartzman (Jack), Angelica Huston (Patricia), Bill Murray (uomo d’affari); produzione: American Empirical Picture; distribuzione: Twentieth Century Fox; origine: USA; durata: ‘91;


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