IL VELO DIPINTO

Tratto dal romanzo di Somerset Maugham e remake dell’omonimo film del 1934 con Greta Garbo ed Herbert Marshall, Il velo dipinto è un melodramma che, pur non riuscendo completamente nei suoi intenti, ha comunque il pregio di non superare il livello di guardia del lacrimevole, cosa che molto spesso accade a pellicole di questo genere. Edward Norton, protagonista e produttore del film, ha tenuto nel cassetto il progetto per via di problemi legati alla scelta del regista, ricaduta successivamente su John Curran. Norton inoltre ha collaborato alla riscrittura della sceneggiatura assieme all’adattatore del romanzo, Ron Nyswaner, soprattutto per quanto riguardava il contesto storico-politico cinese alla fine degli anni ’20, contributo che l’attore ha potuto dare grazie agli studi di storia cinese all’università di Yale. Ma non solo. Norton ha insistito anche per la scelta della sua co-protagonista, Naomi Watts, subito conquistata dalla storia e desiderosa di partecipare al film, malgrado avesse dichiarato di voler ‘staccare la spina’ dopo i diciotto mesi di lavoro per King Kong di Peter Jackson.
Un batteriologo sposa la bella Kitty e la porta con sé in Cina. La ragazza, capricciosa e viziata, si stanca subito della noiosa vita coniugale, e si fa l’amante, un console britannico. Il marito la scopre e la ricatta: se Kitty non lo seguirà in un villaggio dell’entroterra cinese devastato da un’epidemia di colera, chiederà il divorzio, creando così uno scandalo. La ragazza sceglie di assecondare il marito. Dalla convivenza forzata nel villaggio, i due trarranno il vero significato dell’amore.
Il velo dipinto è un lavoro equilibrato, in cui i personaggi sono costruiti in maniera misurata e in cui le vicende sono narrate senza eccedere nel mélo. La caratterizzazione storica è superficiale, anche se mai fuori luogo, e fa da contesto agli intrecci amorosi dei protagonisti. L’amore è descritto in molte delle sue sfaccettature: da una parte troviamo l’ossessione del batteriologo interpretato da Edward Norton, dall’altra i capricci e i tormenti di Kitty. Ma anche i comprimari hanno il loro giusto spazio. Liev Schreiber, che interpreta il console britannico, mostra la doppia faccia dell’uomo, prima sicuro di sé e poi codardo, mentre il personaggio di Tobe Jones diviene metafora di un amore puro e dolce.
Il senso di déja-vù è costante durante la visione del lavoro di John Curran. In alcune scene infatti si avverte una prevedibilità di fondo, tanto da sentire il bisogno di rifugiarsi nello sguardo magnetico di Naomi Watts, o di trascurare la vicenda narrata abbandonandosi alla visione dell’ottima fotografia di Stuart Dryburgh. La musica di Erik Satie, ormai troppo inflazionata nel cinema, fa da sottofondo all’amore che nasce, che muore e che risorge più vero e più sincero. Una scena in particolare merita attenzione. Kitty, in un convento pieno di malati ed orfani, suona un brano di Satie su un pianoforte scordato. La sonorità è ovviamente irritante. Ma quell’eco lontano della musica che ha fatto da sottofondo al primo incontro dei due protagonisti, diventa simbolo intelligente ed affascinante del dolore della risalita, del recupero.
Più che dipinto questo velo sembra essere un po’ sbiadito. Ma almeno riesce, pur tra qualche scena prevedibile e un pizzico di noia, a raccontare una storia d’amore senza sprofondare nel patetico.
(The painted veil) Regia: John Curran; soggetto: W. Somerset Maugham (romanzo); sceneggiatura: Ron Nyswaner; fotografia: Stuart Dryburgh; montaggio: Alexandre de Franceschi; musica: Alexandre Desplat; scenografia: Tu Juhua; costumi: Ruth Myers; interpreti: Naomi Watts (Kitty Fane), Edward Norton (Walter Fane), Liev Schreiber (Charlie Townsend), Diana Rigg (Madre Superiora), Toby Jones (Waddington), Xia Yu (Wu Lien), Anthony Wong Chau-Sang (Colonnello Yu); produzione: WIP, STRATUS FILM CO., BOB YARI PRODUCTIONS, CLASS 5 FILMS, THE COLLETON COMPANY, EMOTION PICTURES, THE MARK GORDON COMPANY, WARNER CHINA FILM HG CORPORATION; distribuzione: Eagle Pictures (2007); origine: Cina, USA; durata: 125’; web info: sito ufficiale
