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Il venditore di medicine

Pubblicato il 30 aprile 2014 da Nicola Lazzerotti
VOTO:


Il venditore di medicine

La Bari metropolitana e la Bari dei mostri edilizi, quella delle architetture popolari e quella delle ville borghesi, in questa dimensione si muove Bruno (Claudio Santamaria). Un ex veterinario che fa l’informatore farmaceutico, uno di quei tipi vestiti da dottore che dottore non è. Va di studio medico in studio medico a procacciarsi clienti per la sua azienda, regalando I-pad, raccomandazioni e viaggi per certi “congressi medici”, tutto per ottenere le prescrizioni dei suoi farmaci. I mezzi non sono leciti, i soldi sono tanti, e la sanità va in malora. In sintesi è questo il film di Antonio Morabito.
Tralasciando il valore più o meno importante del film di denuncia sociale, valore critico che attiene esclusivamente allo spettatore, il punto interessante è sicuramente il talento dell’autore nella messa in scena, sia dal punto di vista attoriale, che dal punto di vista della regia e della sceneggiatura. Una cinepresa che pedina il protagonista, riprendendolo ossessivamente da dietro, lo segue incerta, lo anticipa e lo abbandona, riportandoci esclusivamente il suo punto di vista. E in questo modo di girare, si avverte forte e sicuro l’intento personale o più semplicemente il carattere del regista, cosa abbastanza inusitata nel nostro cinema, e comunque da intendersi come pregio, nel bene e nel male.
Le scelte di direzione attoriale sono sempre sfumate e mai nette, il profilo morale del protagonista, per quanto ineluttabilmente impietoso, è sempre mostrato con un certo distacco non per un’idea salvifica del personaggio stesso, ma per una più ricercata attinenza al reale, atteggiamento che è doveroso in questo genere di film. _ Divertente l’interpretazione di Marco Travaglio, che gigioneggia interpretando un medico integerrimo e dall’alto profilo morale, facendo il verso a tanti protagonisti delle sue inchieste giornalistiche. Strumentale certo la sua presenza, ma comunque funzionale.
In generale il film di Morabito esprime un giudizio severo sulla sanità Italiana con argomentazioni forse troppo convenzionali, traendo spunti da trasmissioni televisive e varie inchieste. Ed è questa forse la sua unica debolezza: scegliere contenuti troppo esili e comunque troppo trattati. Il cinema non è televisione o fiction (televisiva), a un certo cinema si deve chiedere di più, e da un certo cinema è lecito aspettarsi di più, uno scarto da quella dimensione contenutistica troppe volte vista per qualcosa di veramente nuovo.


CAST & CREDITS

(id.); Regia: Antonio Morabito; sceneggiatura: Antonio Morabito; fotografia: Duccio Cimatti; montaggio: Francesca Bracci; musica: Andrea Guerra; interpreti: Claudio Santamaria (Bruno), Isabella Ferrari (Capo Area), Evita Ciri (Anna), Marco Travaglio (Malinverni); produzione: Classic Srl; distribuzione: Istituto Luce Cinecittà; origine: Italia, 2013; durata: 105’


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