IMBATTIBILE

Che il sogno americano sia uno dei temi più abusati della cinematografia a stelle e strisce è cosa abbastanza assodata. Che sia, poi, lo sport uno dei regni più adatti ad ospitare la classica (a volte anche retorica) parabola della caduta e della possibile/inevitabile risalita si spiega tenendo conto dei soggetti principali di ogni scontro agonistico: fatica, orgoglio, tenacia, qualità essenziali, almeno idealmente, nello sport, e ancora di più nel Football, che sintetizzano e giustificano più di qualsiasi altro frangente della vita di un uomo, sentimenti di rivalsa e rivincita personali, soprattutto ragionando in termini di spettacolo.
Ericson Core, già direttore della fotografia di Daredevil e di Payback, sceglie per la sua prima regia di portare sullo schermo la storia vera di Vince Papale, interpretato da un sempre affidabile e soprattutto convincente Marc Wahlberg, che, per reagire davanti la perdita del lavoro e l’abbandono di una moglie non proprio solidale, trova negli amici l’unica fonte di forza. Saranno loro, infatti, a spingerlo verso un destino che non è difficile intuire, permettendogli di esordire a trenta anni in NFL nei Philadelphia Eagles, squadra della sua città, diventando un idolo dei tifosi nonostante una carriera durata appena tre anni per un brutto infortunio alla spalla e conquistandosi, non a caso, il soprannome di Rocky.
Il Football, dunque, fa da sfondo ad una storia più intima in cui vita e sport si intrecciano sino ad essere l’una specchio dell’altra. Il lieto fine, scontato per chi conosce già la storia di Papale e non difficile da intuire anche per chi ne è ignaro, non disturba il film che senza particolari pretese racconta una storia che scorre piacevolmente senza eccedere in fastidiosi patetismi o in stucchevoli trionfalismi.
Core si limita, mostrando intelligenza, ad una regia lineare, lasciando spazio alla recitazione dei suoi attori, costruendo così dei buoni personaggi di supporto al protagonista, specie Greg Kinnear nei panni di un Coach tanto idealista quanto concreto nel cercare di dare un’anima alla sua squadra, e sforzandosi di non spezzare mai il ritmo che, infatti, non patisce troppe pause.
Apprezzabili anche le sequenze di gioco pur rimanendo assai lontane dallo stile al cardiopalma di quello che, almeno dal punto di vista visivo, resta uno dei film più belli sul Football e cioè Any Given Sunday. Mentre però Stone, anche eccedendo nei suoi tanto virtuosi quanto a volte un po’ troppo barocchi movimenti di macchina, mette la fisicità e la dinamica del gioco stesso al centro della sua pellicola (l’occhio strappato dalla sua orbita, che giace sul manto erboso quasi come testimone involontario di una lotta sportiva che diviene lotta di sopravvivenza, ne è un esempio), Core mostra di non dimenticare mai che il vero protagonista del suo film è Vince Papale e il Football è solo metafora e battistrada del suo sogno. Un Football che il regista sembra, ad un tratto volere spogliare di qualsiasi trionfalismo, riportandolo ad un “romantico” scontro tra amici nel fango di un campo di periferia.
Imbattibile (t.i.) è un film di buona compattezza, in grado anche di coinvolgere e divertire, il cui maggior pregio è, probabilmente, da ricercare in una semplicità narrativa assai lontana dall’apparire ingenua ma, al contrario, efficace e assolutamente funzionale.
(Invincible) Regia: Ericson Core; soggetto e sceneggiatura: Brad Gann; fotografia: Ericson Core; montaggio: Gerald B. Greenberg; musica: Mark Isham; interpreti: Mark Wahlberg (Vince Papale), Greg Kinnear (Dick Vermeil), Elizabeth Banks (Janet Cantrell), Kevin Conway (Frank Papale); produzione: Walt Disney Pictures, Mayhem Pictures, Who’s Nuts Productions; distribuzione: Buena Vista; origine: USA 2006; durata:‘105’; sito ufficiale
