Incontri d’amore

William e Madeleine sono una coppia come tante, una figlia lontana da casa e un’esistenza tranquilla. Lui è un ex meteorologo, lei pittrice per diletto. Durante una seduta “en plein air” Madeleine incontra Adam, sindaco cieco di un piccolo borgo sulle Alpi. L’uomo convince la coppia ad acquistare uno splendido ma fatiscente casale fra i boschi. Adam ed Eva, sua moglie, li conducono così nel loro “paradiso terrestre”, un eden di boschi, frutteti e cieli tersi. Le vite delle due coppie iniziano in questo modo ad intrecciarsi, tanto da rendere indistinguibili i ruoli della nuova relazione.
Dipingere o fare l’amore, titolo originale della pellicola, è una domanda sibillina che i fratelli Larrieu pongono a pretesto per mettere in scena un’apologia dell’amore, elogio panico di questo sentimento. E’ dunque l’empatia, la passione, il pathos il vero protagonista, che lega fra loro tutti gli attori in scena e con essi le piante, il cielo, la notte che gli fanno da cornice. Tutto sembra accadere senza una logica, trasportato dall’impeto di quest’emozione. Eppure la naturalezza che circonda ogni gesto rende comprensibile, agli occhi dello spettatore, anche le più grandi incoerenze. Un registro questo molto caro alla cinematografia francese, alla quale Arnaud e Jean-Marie Larrieu richiamo scientemente, lasciando intravedere l’anima di Truffaut e l’atmosfera di Renoir. “Un inno alla sensualità”, per usare le parole della protagonista Sabine Azéma, “visto non solo come attrazione per il corpo dell’altro ma come comunione con la natura”. Già dall’incontro fra Madeleine, pittrice che cerca di rappresentare ciò che la circonda, e Adam, la cui cecità gli consente di “vedere” nel buio le emozioni di chi gli è accanto, si inizia a respirare quest’atmosfera nirvanica.
Non è un caso che William sia così attento ai cambiamenti climatici e allo scorrere delle stagioni. Lui, che della previsione ha fatto un mestiere, si trova messo alle strette da una natura imprevedibile, una vita che muta proprio quando, ormai in pensione, la credeva incapace di cambiare. In questa visione di “Amore” universale si inserisce il rapporto carnale fra le due coppie, banalmente definito scambista, parola decisamente inadatta per descrivere una relazione olistica. Senza scandali, volgarità o esibizionismi i quattro amanti convivono un’esperienza che rievoca le teorie del libero amore degli anni ’70, espressione fisica di quell’eros che passa dai dipinti di Madeleine al senso di protezione che la coppia prova mentre viene guidata nella notte buia da Adam.
Apparirebbe altrimenti ridicola l’affermazione con la quale il sindaco si presenta a Madeleine, facendosi guidare verso quella che diverrà la loro dimora: “Anche la proprietà è un’emozione”.
(Peindre ou faire l’amour) Regia e sceneggiatura: Arnaud e Jean-Marie Larrieu; fotografia: Christophe Beaucarne; montaggio: Annette Dutertre; musica: Philippe Katerine; scenografia: Brigitte Brassart; interpreti: Sabine Azéma (Madeleine Lasserre), Daniel Auteuil (William Lasserre); Amira Casar (Eva); Sergi López (Adam) produzione: Les Films Pelléas; distribuzione: Ladyfilm; origine: Francia; durata: 100’
