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Irina Palm

Pubblicato il 6 dicembre 2007 da Salvatore Salviano Miceli


Irina Palm

Disporre di una sceneggiatura di valore, che mischia sapientemente il drammatico all’ironico sconfinando in quella no man’s land che è la commedia agrodolce è già un punto piuttosto solido da cui partire. Potersi servire di un cast eterogeneo ma assai ben bilanciato e con, tra gli altri, due interpreti (Marianne Faithfull e Miki Manojlovic) che, senza fare nulla di più di quello che il film richiede, senza isterismi attoriali o iperbole interpretative, ma semplicemente assecondando la spontanea musicalità che il ruolo loro assegnato prevede, restituiscono ai personaggi un deciso sapore di realtà, è il miglior modo per lasciare che il regista si concentri solo sulla intelaiatura visiva, riuscendo a cucire per immagini il potenziale messogli a disposizione.
Sam Garbarski, alla sua seconda prova dietro la macchina da presa, non si lascia sfuggire l’occasione e firma una pellicola accolta assai bene a Torino e non a torto. Protagonista è Maggie, vedova cinquantenne e “sciatta” (è proprio con questo termine che si autodefinisce) costretta a trovare una cospicua somma di denaro per pagare le cure del nipote gravemente malato. Troppo vecchia per il mercato del lavoro ma in possesso di mani particolarmente levigate diverrà “hostess” (la migliore di Londra) in un sex club.
Il narrato, come accennato nell’incipit, procede opponendo costantemente, quindi, spunti drammatici a soluzioni iperrealiste. Da questo fecondo incontro/scontro si genera una feroce, ed al contempo, amara ironia che si impossessa ben presto dell’intero film. Si avverte la critica, o più semplicemente, lo svelarsi della ipocrisia tipica della medio-alta borghesia, l’operazione per cui lo sporco o il presunto tale, se proprio non si può eliminare è cosa buona nasconderlo dietro un’apparenza di perbenismo. Concetti questi forse retorici, e oggetto di molte commedie degli equivoci, ma assai ben messi in scena da Garbarski, abile nell’appoggiarsi, anche a questo abbiamo fatto riferimento prima, ad una sceneggiatura brillante, senza parole spese a caso o utilizzate per colmare lacune e tempi morti.
È vivace ed intelligente l’attenzione che il regista mostra nei confronti del significato delle parole da utilizzare, servendosi, e costruendo una corrispondenza per immagini, di tutti quei fraintendimenti linguistici che spesso portano a forme di comunicazione errata e da cui si genera il riso.
Marianne Faithfull è semplicemente straordinaria. Mai esagerata, sempre misurata nei gesti e nel proporsi davanti la macchina da presa, regala una splendida interpretazione.
La scelta, poi, di inserire una storia d’amore tra i due protagonisti non toglie al film incisività e freschezza. Garbarski, infatti, segue l’inizio della relazione dei suoi personaggi con estrema delicatezza, senza mai arrivare a quelle derive sentimentali di cui troppo spesso il cinema è contenitore.
Bel film Irina Palm e l’accoglienza torinese lo dimostra, ma grosse, pensiamo che possano essere anche le soddisfazioni in sala.


CAST & CREDITS

(Irina Palm); Regia: Sam Garbarski; sceneggiatura: Philippe Blasband, Sam Garbarski, Martin Herron; fotografia: Christophe Beaucarne; montaggio: Ludo Troch; musica: Ghuinzu; interpreti: Marianne Faithfull (Maggie), Miki Manojlovic (Miki), Kevin Bishop (Tom); produzione: Entre Chien Et Loup, Pallas Film, Samsa Film, Ipso Facto Films, Liaison Cinématographique, Ateliers De Baere, RTBF Television; distribuzione: Teodora Film; origine: Belgio, Germania, Lussemburgo, GB, Francia 2007; durata: 103’


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