Ixjana
E’ molto ambiziosa la seconda opera dei fratelli Skolimowski, figli del più noto Jerzy Skolimowski vincitore del leone d’argento a Venezia 68 con il suo Essential Killing. Capita spesso, soprattutto nel mondo del cinema, che i figli d’arte abbiano talento. Ma a vedere Ixjana non si direbbe che questo sia il caso di Jòzef e Michal, che paiono anzi inseriti in concorso al Festival di Roma più per il nome che portano che per l’effettiva validità del loro film. E non sarà forse un caso che il loro film d’esordio, Gli uomini ombra, risalga al 1993, con uno iato di quasi vent’anni.
La vicenda parte a ritroso: dai ricordi del protagonista Marek (Sambor Czarnota) su una notte in cui, alterato da alcool e droghe, sa di aver fatto qualcosa di terribile al migliore amico Arthur, reo di avergli soffiato la ragazza dei suoi sogni, l’ambigua chiromante Marlena. La monotona voce narrante di Marek, scrittore che ha appena pubblicato con successo la sua opera d’esordio, scandisce l’intero film in stile detective story alla Marlowe. Ed in effetti la prima parte di Ixjana è un’indagine per ricostruire gli eventi di quella notte cruciale e ritrovare Marlena, la donna causa di tutti i guai. I registi cercano poi di dare al tutto una connotazione surreale mischiando sogno e realtà, insinuando evocazioni di forze maligne e facendo pronunciare a Marek osservazioni su Bulgakov ed il Faust di Marlowe e Goethe, in modo che i pretenziosi riferimenti letterari siano chiari a tutti.
La sceneggiatura, come gli attori, lascia però molto a desiderare: piuttosto che creare un mondo inquietante si incaglia in una serie di battute senza senso e momenti involontariamente comici, dando vita a personaggi e situazioni senza spessore alcuno.
Perché mai, scoprendo che l’amico Arthur non è morto ma si è improvvisamente tramutato in un homeless eroinomane, il protagonista non si chiede come questo sia potuto succedere? Per citare solo uno dei tanti buchi della storia, che non creano mistero ma allontanano la partecipazione e precipitano il tutto in un’accozzaglia di situazioni senza attrattive e senza senso.
E non va molto meglio con la regia - che appare assai stentata fin dalle prime inquadrature - né con la colonna sonora: ripetizione ossessiva di pochi accordi che saranno anche lugubri, conformemente alla vicenda, ma dopo un po’ diventano esasperanti.
Potevamo fare a meno di questo Ixjana, il cui unico mistero riguarda il suo inserimento in concorso.
(Ixjana) Regia e sceneggiatura: Michal e Jòzef Skolimowski; fotografia: Adam Sikora; montaggio: Jaroslaw Pietraszek ; musica: Jòzef Skolimowski; scenografia: Katarzyna Boczek; interpreti: Sambor Czarnota (Marek), Magdalena Boczarska (Marlena), Borys Szyc (Arthur), Ewa Hornich (Ula); produzione: Jacek Samojłowicz (Film Media S.A); origine: Polonia; durata: 98’.