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Knockout- Resa dei conti - Perchè no

Pubblicato il 16 febbraio 2012 da Giovanella Rendi

VOTO:

Knockout- Resa dei conti - Perchè no

Forse perché due film all’anno sono troppi (questo e Contagion), forse perché ne sono annunciati già altri tre (Magic Mike in post produzione, Behind the Candelabra e The bitter pill in preproduzione) Soderbergh aveva bisogno di prendersi una vacanza. Quale che sia il motivo, si fa parecchia fatica in questo Haywire a rintracciare il Soderbergh’s touch, sia quello politicamente impegnato che quello allegramente commerciale. A guardarla bene, la vicenda di questa eroina non proprio originalissima (vedi Lara Croft, Nikita, Aeon Flux ) dà l’impressione come di qualcosa NFCU ovvero “not for commercial use”, come si scrive sulle pellicole non ancora complete che si cominciano a far girare tra festival e distributori per sondarne le sorti.

Non proviamo nemmeno a riassumere una vicenda non molto interessante e neanche complicatissima, dal finale repentino e tirato via che coglie lo spettatore di sorpresa, e che sembra essere soprattutto una scusa per mettere in scena le abilità della campionessa americana di arti marziali Gina Carano ( nel ruolo di Mallory Kane, ex marine e ora agente di una società privata che collabora con l’FBI) . Abilità di suonarle a vari omoni gagliardi, ma anche di incassarle benissimo: mai, se non forse in Diaz – Don’t clean up this blood di Vicari, abbiamo visto tanto picchiare le donne. Ma d’altra parte, abbiamo voluto la parità dei diritti? E quindi quando il capo ed ex amante della protagonista (Ewan Mc Gregor) mette in guardia un altro agente che deve lavorare con lei (Michael Fassbender) che poverino si fa scrupoli a lavorare con una donna, dichiara che “il più grande errore che un uomo può fare, é trattare Mallory Kane come una donna”. E Gina, dopo aver lasciato il nemico sempre agonizzante o decisamente morto a terra, si copre i lividi in faccia con il fard e via verso nuove avventure.

Girato come un videogame, con Mallory che sale e scende in fuga da tetti e case e fa a botte quasi sempre “di profilo” come se fosse guidata da un joystick, il film vede inanellarsi, risse, fughe, rapimenti, guida spericolata e sparatorie tra Dublino, Barcellona, New Mexico e montagne innevate, con qualche citazione d’autore come la casa di papà Kane (esperto di tecniche di guerrilla e vittima della sindrome di Lady Oscar che voleva un maschietto ma ahimé sei nata tu) che somiglia molto a quella del finale di Intrigo internazionale. Il film si avvale di un cast tanto stellare quanto male utilizzato, perché tutti hanno l’aria di divertirsi molto (soprattutto Banderas nella parodia del play boy attempato) ma anche di non sapere assolutamente che cosa stanno facendo. Gina Carano non é molto espressiva, ma si dà da fare e risulta molto più simpatica nel ruolo, di quanto lo sarebbe un’attrice professionista.


CAST & CREDITS

(Haywiren); Regia: Steven Soderbergh; sceneggiatura: Lem Dobbs; fotografia: Steven Soderbergh; montaggio: Steven Soderbergh; musica: David Holmes; interpreti: Gina Carano (Mallory Kane), Ewan McGregor (Kenneth), Michael Fassbender (Paul), Michael Douglas (Coblenz), Channing Tatum (Aaron), Antonio Banderas (Rodrigo), Bill Paxton (Mr. Kane), Mathieu Kassovitz (Studer); produzione: Relativity Media; distribuzione: Moviemax; origine: USA, 2012; durata: 93’.


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