X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



L’AMORE NON VA IN VACANZA

Pubblicato il 9 febbraio 2007 da Fabiana Proietti


L'AMORE NON VA IN VACANZA

Giunge in ritardo di quasi due mesi nelle nostre sale questa commedia dal forte sapore natalizio; ed è un peccato perché sarebbe stata un’ottima alternativa ai cinepanettoni nostrani così come ai blockbuster spettacolari.
La firma è una garanzia: quella di Nancy Meyers, sceneggiatrice di lungo corso, passata alla regia nel ’98 con Genitori in trappola, remake del classico disneyano Il cowboy con il velo da sposa, per specializzarsi poi nella guerra dei sessi con le spumeggianti commedie What women want e Tutto può succedere, divenendo la Nora Ephron del nuovo decennio.
Amanda (Cameron Diaz) e Iris (Kate Winslet) sono giovani, belle, di successo (forse la prima più della seconda, ma poco importa). Sfortunate in amore, tradite o illuse da uomini che le criticano ma le invidiano anche.
Due destini comuni che, pur geograficamente agli antipodi, si ritrovano per caso sullo stesso sito e, decidendo di scambiarsi le reciproche abitazioni per le vacanze di Natale, finiscono col trovare la felicità il più lontano possibile dal proprio habitat.
Non segue certo la filosofia della commutatio loci lucreziana Nancy Meyers; per trovare se stessi occorre proprio cambiare aria, muoversi, viaggiare, guardarsi a un metro da sé per vedersi realmente per la prima volta.

Così questa The Holiday, benché strutturata secondo le regole più ferree della commedia romantica, riesce a mirare un po’ più in alto della solita love story compiuta – che comunque il film propone senza avarizia raddoppiando addirittura le coppie – per tratteggiare due ruoli femminili molto moderni e veritieri, di donne il cui successo, la cui abilità nel lavoro diventano ostacolo quasi insormontabile per una vita privata soddisfacente.
La Meyers lavora sugli spazi, sulle locations: l’elegante California hollywoodiana, immersa in un bianco abbacinante, quello della villa perfetta, quasi non vissuta, in cui Iris porta un po’ del suo calore, della propria dolcezza; di contro, il rustico cottage inglese, dai toni caldi, le luci pastose, che la presenza di Amanda renderà meno grezzo.
Le atmosfere dissimili contribuiscono a rafforzare l’impressione di “due film al prezzo di uno”; le due storie scorrono su binari paralleli, intrecciandosi raramente, proseguendo ognuna per la propria strada e ritrovandosi solo nella scena finale, anche troppo pacificatoria, di un Capodanno festeggiato tutti insieme appassionatamente.

Ma fatta eccezione per questa stonatura, per una mancata oliatura a un meccanismo altrimenti scorrevolissimo, la doppia parabola offre momenti davvero piacevoli, sequenze ben costruite – come l’incontro tra Amanda e le figlie di Graham (Jude Law) o le cene stile vecchia Hollywood a cui prende parte Iris – che rivelano l’abilità dell’autrice in sede di sceneggiatura ancor prima che in regia: non è probabilmente casuale il tributo attuato tramite il personaggio di Eli Walach (grande, commovente!) allo sceneggiatore-tipo della Hollywood degli Studios. Sono i diversi omaggi a quel mondo lontano e affascinante i momenti migliori della pellicola.
Le battute rivolte a Iris ’in ogni film c’è una protagonista e una migliore amica: tu sei nata per essere la protagonista ma ti ostini a comportarti da migliore amica’ o le spiegazioni dei fatti della vita tramite soggetti da film rimandano a opere dal sapore intensamente metacinematografico come Il bruto e la bella di Minnelli e ai tanti film classici che Arthur consiglia a Iris, per imparare a comportarsi da vera donna.
Quali modelli migliori di dive hollywoodiane del calibro di Barbara Stanwyck o Rosalind Russell? Il cinema può aiutare a costruire un’identità? In questo caso sì e la bella Kate Winslet trova, grazie alle eroine di celluloide, la fiducia in sé che le mancava, denunciando apertamente il debito delle nuove commedie rosa verso i grandi personaggi femminili di quel cinema e le sue indimenticabili interpreti.

Se in What women want il mondo freddo e cinico della pubblicità rivelava un animo insospettabilmente romantico grazie a un’atmosfera retrò offerta dalla skyline di Chicago (città sempre più omaggiata dalla commedia) e alle note di successi di Sinatra come Night and Day o I’ve got you under my skin; se in Tutto può succedere l’amore maturo tra Nicholson e Diane Keaton sbocciava nel marino panorama aristocratico degli Hamptons per poi coronare il sogno in una Parigi invernale e notturna, diventa subito chiaro come il tocco magico della Meyers consista nell’immergere i suoi personaggi in atmosfere eleganti, rarefatte e senza tempo che rimandino immancabilmente a un nostalgico passato, siano un’Inghilterra ’vittoriana’ o una California che, seppur giovane, reca i segni di un’età dell’oro.


CAST & CREDITS

(The Holiday) Regia e sceneggiatura: Nancy Meyers; fotografia: Dean Cundey; montaggio: Joe Hutshing; musiche: Hans Zimmer; scenografia: Jon Hutman; costumi: Marlene Stewart; interpreti: Cameron Diaz (Amanda), Kate Winslet (Iris), Jude Law (Graham), Jack Black (Miles), Eli Wallach (Arthur); produzione: Columbia Pictures Corporation, Relativity Media, Universal Pictures, Waverly Films; distribuzione: UIP ; origine: Usa, 2006; durata: 138’; web info: sito ufficiale


Enregistrer au format PDF