L’Aquila bella mé - Roma 2009 - L’altro cinema | Extra

L’Aquila bella mé è un film-diario che racconta il periodo successivo al terremoto abruzzese, dall’8 Aprile 2009 (appena due giorni dopo il sisma) fino alla metà di giugno. Quello che i telegiornali hanno spesso lasciato fuori campo – una quotidianità dura e difficile, ma che non fa audience quando è priva di compiacimenti melodrammatici – è qui la sostanza intima del documentario, che restituisce all’evento affrontato il rispetto che esso merita. Niente lacrime né scene madri, ma solo molte persone che compostamente e dignitosamente cercano un punto di partenza per ritrovare l’equilibrio che si è rotto tragicamente.
Il regista Pietro Pelliccione, aquilano, sviluppa il progetto del film con Daniele Vicari (con cui aveva già lavorato nel 2005 per L’orizzonte degli eventi), e firma la regia insieme a Mauro Rubeo, di Avezzano; a loro si affianca una troupe che conosce bene L’Aquila perché è composta da persone che qui sono cresciute o hanno studiato cinema, come ad esempio gli autori della colonna sonora originale, i Vega’s, e gli operatori Flavio Paolilli Treonze e Michele Buo.
La “presenza” dietro la videocamera si percepisce appena, nonostante qualche dialogo avvenga tra dentro e fuori-campo (qualcuno si rivolge ai registi o agli operatori, di cui a volte sentiamo la voce), poiché il leggerissimo occhio digitale che cattura le immagini è discreto e silenzioso quasi fosse invisibile. La realtà non sembra mai piegata alle esigenze del documentario, che procede in maniera piana e lineare, rivelando la portata drammatica degli eventi in tanti piccoli momenti che raccontano una quotidianità stravolta che fatica non poco a ritrovare la sua “normalità”.
Un uomo, pittore e scultore, recupera i suoi lavori nello studio semidistrutto, un altro torna in casa propria a riprendere qualche oggetto di valore; tele grandi e piccole, e poi una statua della Vergine, vengono tirate fuori dalle chiese pericolanti. Le strade sono deserte, le pareti sventrare dei palazzi mostrano interni con le sedie ancora attorno al tavolo e i quadri appesi al muro, e all’Accademia dell’Immagine le pizze delle pellicole sono tutte a terra sul pavimento allagato. E ancora, le tendopoli, dove le persone che hanno perso la casa aprono le uova di Pasqua, dove si cerca di andare avanti tra momenti positivi di collaborazione e attimi di sconforto - e dove in quei giorni si sono svolte perfino le sedute di laurea di molti studenti universitari.
Sembra che ai registi non interessi commuovere né polemizzare, ma solamente – e non a torto - testimoniare concretamente una realtà in atto. L’Aquila bella mé trova la sua forza soprattutto nella limpida semplicità dello stile che è tutt’uno con l’atteggiamento, si potrebbe dire, etico che il film fa suo. E’ un racconto dall’interno quello di questo video-diario, in cui la partecipazione emotiva è profonda, ma del tutto libera da quei patetismi ipocriti cui molta cultura massmediatica - in particolare televisiva - ha ceduto immancabilmente nei giorni a ridosso del terremoto. Nella sua asciuttezza ed essenzialità, nella sua serietà piena di riguardo e tatto, questo piccolo film si nutre di una spontanea “umiltà di sguardo” che è in fondo una vera e propria lezione sulla “moralità dello sguardo”, che oggi appare quanto mai necessaria.
Presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione L’Altro Cinema | Extra, L’Aquila bella mé è solo la prima parte di un diario ben più lungo, diviso in diversi capitoli, che potrebbe coprire addirittura l’arco di un anno di tempo per raccontare anche le complesse problematiche relative alla ricostruzione del post-terremoto, come suggerisce già la preview della seconda parte del progetto posta in coda al film.
(L’Aquila bella mé) Regia: Pietro Pelliccione e Mauro Rubeo; sceneggiatura: Daniele Vicari e Pietro Pelliccione; fotografia: Mauro Rubeo, Pietro Pelliccione, Michele Buo; montaggio: Luca Gasparini e Alberto Masi; musiche originali: Vega’s; produzione: Francesca Zanza per Vivo Film, Alberto Leotti per Minollo film, Valentina Avenia per Relief; distribuzione: Vivo Film; origine: Italia, 2009; durata: 80’.
