L’estate sta finendo

Ci vuole poco per ritrovare un attimo di lucidità e mettere da parte la superficie. Basta aprire quel benedetto pacco, entrare in quei colori e ritrovare i sentimenti autentici e puliti di quando si era bambini.
Piena estate. Il punto di ritrovo è stato fissato al quartiere EUR di Roma: si va tutti alla villa di Domenico a Sabaudia. I giovani protagonisti sono sette: belle ragazze e bei ragazzi, vogliosi di trasgredire per qualche giorno. All’appuntamento si presenta anche il cugino del padrone di casa: lo sfigato di turno. Si arriva tutti eccitati, ma si può cadere nella noia e paranoia totale, visto che i passatempi sono quelli classici, sesso e droga per intenderci, e il custode della villa ha un non so che di minaccioso. Ma il cugino sfigato, che scende in spiaggia in mutande bianche e legge fumetti di fantascienza, presto giocherà un brutto scherzetto alla decadente combriccola.
L’estate sta finendo ha tante buone intenzioni ma non riesce a librarsi. Belle facce e ritmi televisivi per un film che vorrebbe fondere, a detta del regista, commedia e noir, ma che tuttavia non fa in tempo a crescere che subito resta surclassato dalla struttura argillosa, dalla recitazione precaria e dal “belloccio” filmico dei volti dei protagonisti a cui sembra essersi abituata, purtroppo, una gran fetta del nostro cinema. Il regista Tummolini dimostra di conoscere il mezzo cinematografico ma resta confinato in una terra di nessuno, dove la critica alla società dello spettacolo e alla perdita di valori fatica a essere percepita come coscienziosa e profonda.
Nella confusione però emerge il personaggio di Guido, interpretato dal bravo Giuseppe Tantillo (si vede che il ragazzo si è formato con il teatro), il cugino sfigato che, con le sue pose dinoccolate e lo sguardo spaesato, si “sacrifica” donando a Domenico la possibilità di un riscatto: basta solo entrare nuovamente in quei colori.
(L’estate sta finendo); Regia: Stefano Tummolini; sceneggiatura: Michele Alberico, Mattia Betti, Stefano Tummolini; fotografia: Raoul Torresi; montaggio: Annalisa Schillaci; musica: Teho Teardo; interpreti: Nathalie Rapti Gomez, Nina Torresi, Antonello Fassari, Fabio Ghidoni, Andrea Miglio Risi, Ilaria Giachi, Marco Rossetti, Giuseppe Tantillo ; produzione: Francesco Pamphili; origine: Italia, 2013; durata: 102’
