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La bellezza del somaro

Pubblicato il 16 dicembre 2011 da Edoardo Zaccagnini


La bellezza del somaro

Di fronte a un film come questo si tende ad essere meno permissivi e più intransigenti rispetto alla quasi rassegnata morbidezza con cui si recensiscono la maggior parte delle commedie che imperversano nel nostro paese, ma forse sarebbe meglio parlare di film comici.

Perchè La bellezza del somaro ha tutti i tratti della commedia d’autore, e quindi come tale va analizzata, affrontata, criticata. Paragonata ad esempi di alto livello ed anche sulla scia di quelli giudicata.

Trattasi di una commedia sul presente, stravangante e ogni tanto divertente. Ambiziosa per stile e contenuti ma brillante ed efficace solo a tratti. Buona solo a spezzoni, a lampi, sequenze.

Più valida, precisiamolo, rispetto alla vasta offerta italiana di questi giorni di feste: Muccino piccolo, Aldo Giovanni e Giacomo, Neri Parenti e la sua cricca arrapata.

Una commedia poco all’italiana nella forma, La bellezza del Somaro, per la quale due aggettivi si possono usare con una certa tranquillità: surreale e grottesca.

Acida e comica, ma non cattiva quanto servirebbe, sovraeccitata, abbondantissima di figure, l’opera terza di Sergio castellitto, compie il peccato, ormai abituale per tanto "buon" cinema italiano, di essere sbrigativamente conciliatoria nei finali dei vari personaggi.

Interpretato da un buon cast, che però fatica a trasformare le tante parole e battute della sceneggiatura (alcune molto buone) in una galleria di personaggi davvero interessanti, La bellezza del somaro non riesce a scacciare mai del tutto gli stereotipi, che in certi passaggi si impossessano totalmente delle anime nervose del film. Le quali parlano urlando, ricordandoci un film di una decina di anni fa, che tanto successo ebbe e che tanto parlare suscitò: L’ultimo bacio di Gabriele Muccino.

Sergio Castellitto, in collaborazione con Margaret Mazzantini, che scrive una sceneggiatura in cui gli spunti interessanti non mancano, sceglie di affrontare il tema, abusato ed anche per questo delicato, della famiglia e della società italiana contemporanea, raccontando una borghesia media per qualità ed alta per reddito, che prova a reagire, all’improvviso, al malessere dilagante.

Castellitto piazza in alto l’asticella, e prova a fondere la lezione di Ferreri con il Germi di Signore e Signori, impastandoli con Cechov, atmosfere Bunueliane e felliniane, Lacan, tanta letteratura e tanto cinema citati a volontà nel film, dal Settimo sigillo ad Harold and Maude. Gioca con uno stile visibilissimo ed inconseuto per la commedia italiana, rischia, azzarda, sperimenta e confeziona un film vivace ma indeciso se graffiare o se far ridere. E l’indecisione non è mai una virtù.


CAST & CREDITS

Regia: Sergio Castellitto; sceneggiatura: Margaret Mazzantini; fotografia: Gian Filippo Corticelli; montaggio: Francesca Calvelli; interpreti: Sergio Castellitto, Laura Morante, Enzo Jannacci, Gianfelice Imparato, Nina Torresi, Lidia Vitale, Marco Giallini, Barbora Bobulova; produzione: Roberto Cicutto, Luigi Musini e Sergio Castellitto per Cinemaunidici, Alien Produzioni, distribuzione: Warner Bros pictures Italia


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