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La gelosia

Pubblicato il 26 giugno 2014 da Giammario Di Risio
VOTO:


La gelosia

Si parla di sentimenti e ci troviamo quasi a osservare i protagonisti dal buco della serratura, con quest’ultimi immersi nel bianco e nero della fotografia e sempre in preda a elettrocardiogrammi emotivi. Siccome nella geografia di questo mondo, fatto di piccoli spazi e ringhiere a ferro battuto, non si riescono a comprendere le reali motivazioni che innescano gli intrecci, tanto vale non farsi troppe domande e lasciarsi affascinare dalle immagini.

Un giovane attore di teatro ha avuto una vispa figlioletta da una precedente relazione e vive ora, in un minuscolo appartamento, con un’ ex attrice irrequieta e sbandata. Mentre la donna alterna momenti in cui è intenta a cercarsi un lavoro a fasi caratterizzate da continue disquisizioni sul senso della vita e dei rapporti in generale, l’uomo, tra una prova e l’altra, tedia il suo animo cercando di scongiurare una possibile, forse inevitabile, rottura. In questo valzer via via vengono coinvolti altri personaggi mentre è palese l’atmosfera intima, famigliare.

Stiamo parlando, più che di gelosia, di un rapporto tra padre e figlio, uno alla regia e uno come protagonista, che innesca immagini, scrittura e parabole narrative. Gli spazi sono ridotti, mai claustrofobici, e non c’è traccia di tecnologia convergente viceversa è la bellezza di un gesto, l’erotismo di una posa o l’imprevedibilità dei sentimenti umani a prendersi il palcoscenico. Garrel padre affida la drammaturgia a due capitoli, introdotti da didascalie che avvisano lo spettatore dell’ingresso in un mondo d’atmosfera; intanto vecchi saggi o attrici di belle speranze spuntano in quadro per pungolare i due protagonisti. Il termometro e l’ago della bilancia diventa, di fatto, la piccola figlioletta, forse unica isola razionale e autentica.

Un film poetico recitato bene e che rilassa lo spettatore, a patto che quest’ultimo non si intestardisca a trovare una giustificazione a ogni strappo narrativo. Gli sguardi e la filosofia, citazioni prese da Seneca e derive lamentose, distillano la narrazione per tutti i settantasette minuti. Inoltre questi personaggi non vogliono spiegarsi, quanto mostrarsi e farsi avvolgere dal bianco e dal nero della fotografia. C’è anche un omaggio simpatico a Venezia quando, in una sequenza importante, troviamo una cartina del Lido attaccata al muro.


CAST & CREDITS

(La Jalousie); Regia: Philippe Garrel ; sceneggiatura: Marc Cholodenko, Caroline Deruas-Garrel, Philippe Garrel, Arlette Langmann; fotografia: Willy Kurant; montaggio: Yann Dedet; musica: John Cale; interpreti: Louis Garrel, Anna Mouglalis, ; produzione: SBS Productions, Centre National de la Cinématographie (CNC),Région Ile-de-France; origine: Francia, 2013; durata: 77’


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