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La Matassa

Pubblicato il 13 marzo 2009 da Salvatore Salviano Miceli


La Matassa

Il salto dal palcoscenico di un teatro o dalla televisione al cinema, per chi fa il comico di professione, riserva il più delle volte delle sorprese iniziali ma poi, spesso, provoca una ripetitività che stanca spettatori e pubblico (Aldo, Giovanni e Giacomo rappresentano l’esempio più eclatante ma non l’unico). È un destino che sembra però ancora molto lontano per il duo Ficarra e Picone, ancora una volta davanti e dietro la macchina da presa (coadiuvati nuovamente alla regia da Giambattista Avellino) per La Matassa, film piuttosto atteso dopo il meritato e bel successo de Il 7 e l’8. Proprio questo ultimo lavoro aveva, ancora più del loro esordio Nati Stanchi, messo in mostra e sottolineato quella capacità di scrittura brillante e quasi mai banale di cui i due artisti (così li chiama Pino Caruso in conferenza stampa e non possiamo che approvare le parole del grande attore siciliano) hanno dato prova sin dagli inizi della loro carriera teatrale. Per essere artisti, però, è necessario crescere ed evolversi, trovare nuovi stimoli e provare nuovi territori. Lo hanno fatto Ficarra e Picone sul palcoscenico, con spettacoli che intrecciavano una ironia pungente ad una amara, e mai retorica, constatazione della realtà contemporanea in generale e siciliana in particolare. Su tutti basta citare Sono cose che capitano, del 2005, che si concludeva con uno splendido omaggio a Don Pino Puglisi, il sacerdote palermitano ucciso dalla mafia. Lo hanno fatto, evolversi, anche al cinema, con la loro ultima pellicola.
Se Il 7 e l’8 era in certi momenti il trionfo della risata, La Matassa in qualche modo avvicina maggiormente il tono tipico della commedia. Si ride tanto, si ride “di pancia”, ma si ride in maniera differente. C’è una storia (di cui non sveliamo quasi nulla facendo nostro l’input degli autori dato in conferenza stampa) che scorre assecondando il talento, le battute, le improvvisazioni dei due interpreti, senza piegarsi però ad esigenze macchiettistiche o forzatamente brillanti, c’è una voglia, che traspare senza ostacoli, di raccontare una vicenda perfettamente ordinaria, servendosi di tutto quello che la Sicilia, per tradizione e congeniti luoghi comuni, mette a disposizione. Per un attimo, ma solo per un attimo, si fantastica pensando che la mafia reale sia quella che appare sullo schermo, un reiterato ed inconcludente scambio di pizzini, composta da uomini buffi di cui non si riesce ad intuire il significato delle loro parole, una organizzazione criminale da combattere e sconfiggere anche con l’aiuto di una polizia non proprio capace e pronta. Tocca alle luci in sala svelare, purtroppo, la finzione.
Piccole o grandi beghe familiari, litigi che si trascinano per anni senza che si possa intravederne la soluzione, incomprensioni e fraintendimenti. Tutto questo concorre a formare La Matassa che dà il titolo al film; una inestricabile, a prima vista, combinazione di nodi cui molto spesso basterebbe poco per sciogliersi completamente. Tra le strade di Catania (abbandonata per il momento l’ambientazione palermitana), con un budget di assoluto rispetto (circa quattro milioni e mezzo), la presenza di un cast che vede tra gli altri Claudio Gioè, Pino Caruso e Tuccio Musumeci, e la semplice freschezza della comicità di Ficarra e Picone il film diverte, convince e trascina dal prologo ad un epilogo che in un continuo climax raggiunge l’esilarante. Dopo una buona prova, con Il 7 e l’8, la riconferma del talento e della simpatia di una coppia di registi ed attori che riconsegnano finalmente schegge di una commedia all’italiana di cui si sente, oggi, la mancanza.


CAST & CREDITS

(La Matassa) Regia: Giambattista Avellino, Ficarra & Picone; soggetto e sceneggiatura: Giambattista Avellino, Francesco Bruni, Fabrizio Testini, Ficarra & Picone; fotografia: Roberto Forza; montaggio: Claudio Di Mauro; musica: Paolo Buonvino; interpreti: Salvo Ficarra (Gaetano), Valentino Picone (Paolo), Pino Caruso (Don Gino), Anna Safroncik (Olga), Claudio Gioè (Antonio), Tuccio Musumeci (vecchio sposo), Domenico Centamore (esattore); produzione: Medusa; distribuzione: Medusa; origine: Italia, 2009; durata: 98’


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