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La notte dei girasoli

Pubblicato il 13 giugno 2008 da Fabiana Proietti


La notte dei girasoli

Il delitto di una giovane donna sconvolge un piccolo paese della Spagna rurale. Ma non c’entra quasi nulla con il film che vedremo nelle due ore successive.
E’ con una deliziosa falsa pista che si apre la bellissima opera prima di Jorge Sánchez Cabezudo, La noche de los girasoles, presentata nelle Giornate degli Autori di Venezia 2006 e arrivata, dopo due stagioni, sugli schermi di (poche) città italiane. Un incipit che rinvia programmaticamente al giallo più classico, per deviare poi prontamente nel thriller – con una delle prime adrenaliniche sequenze, il tentato stupro nei boschi – e infine nel noir più puro ed esistenzialista, quello che trova nel Fato il suo assoluto protagonista.
Cabezudo, infatti, scrive e gira con una profonda conoscenza dei meccanismi del noir, di quei ‘detour’ compiuti da un destino implacabile che, nel volgere di ventiquattro ore, riescono a rovinare intere esistenze o a ribadire il proprio controllo su di esse in un mondo in cui il concetto di libero arbitrio sembra essere alieno.
Agiscono come pedine i personaggi di Cabezudo, figure ai vertici di un esagono attratte inesorabilmente verso il centro di questo tortuoso intreccio dall’effetto domino: il gesto di uno – ‘el hombre del motel’, primo personaggio chiamato in causa – scatena le reazioni degli altri, in una escalation di violenza e corruzione morale, che trova il suo epilogo notturno nel campo di girasoli, attorno a un fuoco purificatore, e in virtù di un compromesso – El compromiso recita il titolo del disco messo su a turno dai due contadini Cecilio e Amos – che scontenta tutti e scioglie i nodi dei legami provvisori istituiti tra questi personaggi così distanti tra loro. Un ‘borghese piccolo piccolo’, rappresentante di aspiratori, col vizio di violentare e forse uccidere giovani donne; degli speleologi chiamati a visitare una grotta che rivela ben poco di interessante; un vecchio contadino misantropo; due poliziotti di provincia, uno anziano e saggio, l’altro giovane e frustrato; il matto del villaggio, Amos ’el loco’: queste le figure isolate, chiamate, per un capriccio del destino, a dar vita a questa fosca vicenda di concatenamenti .
Non importa che il racconto a puzzle sia la modalità prediletta, quasi l’unica possibile e per ciò un po’ usurata, adottata oggi dalla narrazione cinematografica. Perché, ne La notte dei girasoli, è l’essenza della pellicola a richiedere questa struttura fatalista, mossa da un regista-deus ex machina, chiamato ad annodare la vicenda e a scioglierla nel momento opportuno, quando quegli stessi nodi sono ormai venuti al pettine e la verità è emersa, senza per questo pretendere una condanna diegetica: sono gli spettatori i giudici silenziosi di questi personaggi eticamente ambigui, delle loro azioni eteroindotte da un’improvvisa deviazione dalla retta via.
Materialmente, proprio di questo si tratta: ogni svolta in un sentiero già scritto – la deviazione con l’auto nei boschi isolati che causa l’aggressione a Gabi, motore di tutte le successive disgrazie – viene punita come nella tragedia greca. E’ un peccato di Ύβρις, la tracotanza verso gli dèi, a segnare fatalmente i protagonisti, inseriti in un contesto rurale che proprio per il suo contatto col mondo naturale chiama in causa le leggi non scritte del cosmo. E la natura, nei suoi paesaggi brulli e bruciati dal sole, è a tutti gli effetti una divinità che scruta immobile le azioni dei personaggi, lasciando intuire la propria presenza pervadendo i sensi dello spettatore. La noche de los girasoles è soprattutto un film tattile, non solo da guardare ma da palpare, respirare. Come nel migliore Chabrol – Le boucher (1969) o Il colore della menzogna (1998) – la descrizione della provincia e il rapporto tra mondo e personaggio, visualizzato nella ritualità del quotidiano, si dimostra il vero cuore della pellicola. La polvere smossa dalle automobili che percorrono i sentieri inariditi dal sole, le gocce di sudore che imperlano la fronte dei protagonisti rendono il film un’esperienza sensoria che varca il limite imposto dalla visione. Nelle due ore di questo cinema meravigliosamente classico si percepiscono il soffocante caldo diurno e il refrigerio serale, quando nei campi di girasoli cantano le cicale.
Era da tempo che i codici del noir non venivano riletti con così lucida programmaticità e ancor di più, forse, che non venivano visualizzati così, nell’afa angosciante di una lunga e drammatica notte d’estate.


CAST & CREDITS

(La noche de los girasoles); Regia e sceneggiatura: Jorge Sánchez Cabezudo ; fotografia: Ángel Iguácel; montaggio: Pedro Ribeiro; musiche: Krishna Levy; scenografia: Alberto Sánchez-Cabezudo, Diego Modino; interpreti: Carmelo Gómez (Esteban), Judith Diakhate (Gabi), Celso Bugallo (Amadeo), Cesáreo Estébanez (Cecilio), Vicente Romero (Tomás); produzione: Alta Films S.A., fado Filmes/Stop Line, Ibermedia, Arte France Cinéma; distribuzione: Istituto Luce; origine: Spagna 2006; durata: 123’; web info: sito del distributore


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