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La prima neve

Pubblicato il 17 ottobre 2013 da Filippo Baracchi
VOTO:


La prima neve

Dani è un rifugiato politico del Togo. Matteo è un ragazzino di dieci anni pieno di energia. Si incontrano nella valle dei Mocheni in Trentino, nella quale Dani trascorre un periodo di soggiorno lavorando con il nonno di Dani. Tra i due si stringe una forte stima e conoscenza reciproca.

Andrea Segre, che quest’anno corona l’occasione di proporre due opere a distanza di un mese nei due festival più vecchi e importanti al mondo (Venezia e Locarno), continua il suo viaggio nella scoperta e nella conoscenza dell’altro.
Ogni confronto con l’opera prima Io sono Li sorge spontaneo sia per lo spettatore che per il critico, ma trova immediatamente una possibile risposta: se i paesaggi di Venezia e il confronto con il Vicino Oriente avevano affascinato e sorpreso, la valle dei Mocheni e il confronto con le notizie degli sbarchi a Lampedusa rendono questo film necessario e tassello complementare al primo.

Dani, interpretato da Jean-Christophe Folly, è un africano che affronta il profondo dramma della perdita della moglie durante la traversata dalla Libia. Il suo dramma si incontra e si confronta con la scomparsa improvvisa del padre di Matteo, interpretato dal giovanissimo e convincente Matteo Marchel.
Senza cadere nel melodrammatico e nella retorica dei facili sentimenti, il principale merito del film è non cercare di fornire risposte e facili giudizi su una situazione ancora aperta.
Dani e Matteo sono due persone che hanno una vita davanti. Hanno però già subito un dramma, che segnerà le loro esistenze e la loro crescita personale. E’ un dramma purtroppo quotidiano, che può succedere a chiunque si trovi nella loro situazione.
Analizzare le cause che lo hanno generato non ha molto senso. Avere presente le conseguenze di determinati gesti o azioni, che lo hanno indotto, servono perlomeno a fare conoscenza e coscienza critica.

La prima neve può essere considerato un film di passaggio, un film nel quale i silenzi, i suoni della fisarmonica di Matteo e le atmosfere naturalistiche stimolano una profonda riflessione interna nei confronti dello spettatore e del cittadino.
Se l’impressione è che nel film non accada nulla o che le azioni dei personaggi abbiano una lentezza e soffrano di un eccessivo didascalismo, questo è da escluderlo.
Il dramma infatti viene espresso con un faticoso passaggio: il passaggio interiore che ogni rifugiato e ogni persona deve affrontare quando ha di fronte una scelta dalla quale non può più tornare indietro e in cui è presente oltretutto un profondo dramma.

Dal punto di vista stilistico e formale il film non presenta i limiti dell’opera prima, ma soffre tuttavia di mancanza di esperienza nella direzione degli attori.
Il fatto che interpreti noti al pubblico (vedi Battiston, Caprioli, Citran) non compaiano in un ruolo principale è però una nota positiva della messa in scena, oltre a costituire in parte una cifra stilistica di Segre, che sicuramente rinnova un certo tipo di cinema italiano.


CAST & CREDITS

(La Prima Neve); Regia: Andrea Segre; sceneggiatura: Andrea Segre, Marco Pettenello; fotografia: Luca Bigazzi; montaggio: Sara Zavarise; musica: Piccola Bottega Baltazar; interpreti: Giuseppe Battiston, Anita Caprioli, Roberto Citran, Jean-Christophe Folly, Matteo Marchel, Peter Mitterrutzner, Leonardo Paoli , Andrea Pennacchi, Paolo Pierobon , Lorenzo Pintarelli; produzione: Jolefilm, Tasci; distribuzione: Rai Cinema; origine: Italia, 2013; durata: 104’


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