X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



La ragazza che giocava con il fuoco

Pubblicato il 26 settembre 2009 da Salvatore Salviano Miceli


La ragazza che giocava con il fuoco

Secondo capitolo della trilogia cinematografica tratta dai romanzi di Stieg Larsson e seconda delusione. Uomini che odiano le donne trasmetteva ben poco della consistenza del testo dell’autore svedese. I personaggi erano ben lontani dall’essere caratterizzati e la storia in sé solo a tratti riusciva ad impossessarsi di quell’atmosfera noir che animava le pagine del libro. Di buono c’era l’azzeccata scelta dell’interprete principale. Noomi Rapace, infatti, incarnava alla perfezione fisico e qualità caratteriali di Lisbeth Salander.
In La ragazza che giocava con il fuoco di Daniel Alfredson (sostituito quindi, dietro la macchina da presa, il regista del primo film, Niels Arden Oplev), la rinuncia alla sapiente ed attenta costruzione, linguistica e narrativa, operata da Larsson è pressoché totale.
Trasporre un testo letterario è sempre operazione assai complessa. Quando poi il romanzo di riferimento sfiora le novecento pagine e si impone, insieme agli altri due capitoli, come fenomeno editoriale in tutto il mondo, le difficoltà non possono che aumentare. La condensazione inevitabile che Alfredson (insieme allo sceneggiatore Jonas Frykberg) compie sul testo scritto è talmente violenta da perdere le qualità principali che hanno sancito il successo della trilogia di Millennium.
Il film rispetta, forse più del precedente, la cronologia degli eventi e il nucleo principale della storia (anche se più di una volta le soluzioni adottate si mostrano assai differenti dall’originale) ma il risultato è riassumibile in una pellicola ibrida, a metà tra l’azione e la spy-story, in cui tutti i personaggi (anche Lisbeth) soffrono di una pericolosa mancanza di dettagli e di tipizzazione. Figure centrali in tutti e tre i romanzi, già scarsamente dipinte in Uomini che odiano le donne, qui subiscono lo stesso (a volte anche più accentuato) trattamento. Non chiarendo anima e pensieri dei protagonisti principali, certe svolte narrative perdono di incisività risultando finanche oscure. Il rapporto tra Erika Berger e Mikael Blomqvist (tanto per citare uno solo dei numerosi esempi) resta appena accennato (nei romanzi è fondamentale), rendendo inaspettata ed ingiustificata la sequenza in cui, praticamente dal nulla, li si trova a letto insieme.
Anche sforzandosi di mettere da parte i romanzi di Larsson, cercando di considerare il film come opera indipendente, non ci si può dichiarare entusiasti. In molte sue parti la pellicola appare priva di amalgama, lontana dall’essere sufficientemente collegata in tutti i suoi differenti momenti. Viene meno la componente adrenalinica ed il ritmo ne risente parecchio. Il finale, filologicamente scorretto, non contribuisce a risollevare le sorti di un’operazione che a noi non ha convinto. È da salvare ed apprezzare la scelta di non edulcorare la durezza dei momenti più cruenti, così come l’erotismo di alcune sequenze (motivo per cui è stato imposto il divieto ai minori di 14 anni), ma resta difficile accontentarsi.
Adesso l’attesa è per La regina dei castelli di carta (a firma dello stesso Alfredson), tra i tre probabilmente il romanzo più complesso, sospeso tra la definizione, ancora una volta, di spy-story e thriller giudiziario, ricco di particolari, dettagliatissimo nell’esposizione degli eventi e scandito da improvvise rivelazioni. La speranza è che almeno una pellicola su tre riesca ad avvicinare i risultati raggiunti da Larsson.


CAST & CREDITS

(Flickan som lekte med elden) Regia: Daniel Alfredson; soggetto: tratto dal romanzo omonimo di Stieg Larsson; sceneggiatura: Jonas Frykberg; fotografia: Peter Mokrosinski; montaggio: Mattias Morheden; musica: Jacob Groth; interpreti: Michael Nyqvist (Mikael Blomqvist), Noomi Rapace (Lisbeth Salander), Lena Endre (Erika Berger), Georgi Staykov (Alexander Zalachenko), Per Oscarsson (Holger Palmgren); produzione: Nordisk Film, Sveriges Television (SVT), Yellow Bird Films, ZDF Enterprises; distribuzione: Bim Distribuzione; origine: Svezia 2009; durata: 129’.


Enregistrer au format PDF