La sposa cadavere

Settantacinque minuti di puro spettacolo per gli occhi, che comprende tutte le costanti del cinema di Burton.
Dopo più di dieci anni dall’uscita di Tim Burton’s Nightmare Before Christmas, il geniale folletto di Burbank torna dietro la macchina da presa e codirige insieme a Mike Johnson (animatore ai tempi del lungometraggio su Jack Skellington) una nuova gotica e lugubre fiaba in stop motion. Il progetto era cominciato dieci anni fa, quando Burton, rimasto colpito dalla fiaba ebreo/russa su di una sposa cadavere, decise di prenderne spunto per realizzare Corpse Bride. Affinché l’opera di burtonizzazione venisse completata, non poteva non chiamare attorno a sé i soliti fedelissimi collaboratori: il montatore Chris Lebenzon, la sceneggiatrice Caroline Thompson, il compositore Danny Elfman e naturalmente l’immancabile alter ego burtoniano, Johnny Depp. Il risultato è entusiasmante; settantacinque minuti di puro spettacolo per gli occhi, che comprende tutte le costanti del cinema di Burton. La storia narra di un giovane nobile, Victor, il quale spaventato ed emozionato per le nozze che lo attendono da lì a poco, decide di andare a provare la formula da pronunciare davanti al prete, in una oscura foresta. Mentre comincia a ripetere a menadito, tutte le frasi suggeritegli dal sacerdote, Victor vede spuntare un arbusto a forma di dito dal terreno e spontaneamente si prolunga verso di esso ad infilargli la fede matrimoniale. Questo, in realtà, è il dito di una sposa cadavere, la quale sicura di aver finalmente ritrovato l’amore che in vita le era stato brutalmente strappato, risponde alla formula pronunciata dal ragazzo, con un gioioso e sicurissimo lo voglio. Da questo momento in poi il film, fino ad ora ambientato nel lividissimo mondo dei vivi, si trasferisce in quello vivace e coloratissimo dei morti. Un vero e proprio compendio di tutta la poeticità e sensibilità artistica di Burton; basti pensare ai grotteschi scheletri danzanti o alla cena dei vivi turbata dagli zombie, per riconoscere film come Beetlejuice e Nightmare Before Christmas. Ancora una volta gli outsider, in questo caso i morti, dimostrano di essere molto più interessanti e puri d’animo rispetto agli umani. Nel loro mondo non esistono matrimoni di convenienza o avide dispute accese dalla voglia di denaro, ma solo danze festose e solidarietà verso i loro simili. Proprio come nella Halloweentown di Jack Skellington, anche qui gli abitanti dell’aldilà, fanno cose mostruose in maniera ingenua e priva di malvagità, semplicemente comportandosi secondo la loro natura. Sono i vivi ad interpretare male le loro azioni e ad aver paura di quello che in realtà è il mondo nel quale tutti vorrebbero abitare. Come confermatomi dallo stesso Burton, la storia lo aveva interessato, non soltanto perché la sentiva molto vicina da un punto di vista artistico, ma anche perché era rimasto affascinato dal profondo rispetto che i russi nutrono per i morti, la cui cultura letteraria è ricca di fiabe gotico/romantiche di questo genere. Infine è meraviglioso notare come il regista di Burbank sia riuscito a farcire il suo film di autocitazioni perfettamente inserite nella storia e alternate a citazioni di altri illustri film: la sposa cadavere che ricorda la Sally di Nightmare Before Christmas (come la bambola di pezza perdeva i pezzi che le si scucivano, così la sposa perde continuamente le ossa), il bosco molto simile a quello in cui Jack Skellington si imbatte in Christmastown, il cagnolino Scraps, dalla fedeltà e giocosità di Sparky (Frankenweenie) e i sublimi personaggi secondari, il piccolo verme coabitante della orbita della sposa cadavere dal volto e la comicità nera di Beetlejuice su tutti. Insomma un nuovo immancabile tassello nella filmografia di questo straordinario autore, che non tarderà a diventare un must per i suoi innumerevoli fans, se non altro per la scena finale, poetica e soave come la danza dell’angelo di Kim in Edward mani di forbice.
Regia: Tim Burton, Mike Johnson; sceneggiatura: John August, Pamela Pettler, Caroline Thompson; fotografia: Pete Kozachik; montaggio: Chris Lebenzon, Jonathan Lucas; musica: Mike Adams, Danny Elfman; interpreti (voci edizione originale): Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Emily Watson, Christopher Lee; produzione: Allison Abbate, Tim Burton; distribuzione: Warner Bros.
